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The Raid 2 - La recensione in anteprima

Quasi un obbligo il sequel del film-fenomeno per Gareth Evans, ma la scommessa e' vinta. E con merito.

Raid 2 - Berandal<br>

06.05.2014 - Autore: Mattia Pasquini
Se per The Raid: Redenzione avevamo parlato di "trama ridotta all'osso" e di una azione che "partiva in quarta dopo pochi minuti", sarebbe decisamente ingeneroso ridursi a confermare queste come direttrici principali anche di questo secondo capitolo della vicenda di Rama. Il sopravvissuto al massacro del 2011 e' oggi - sotto copertura - al centro di una vera e propria apocalisse. E la guerra tra famiglie criminali della indonesiana Giacarta e' davvero solo una minima parte dell'affresco realizzato nuovamente da Gareth Evans.



Il regista gallese, infatti, in barba a ogni cliche' si supera proprio nel sequel, e crea un film d'azione ricco di emozioni che molti hanno gia' definito "uno dei più grande action movie mai realizzati". Era inevitabile che dinamismo e violenza fossero gli ingredienti principali della storia, per il resto piuttosto 'classica' nel suo esplorare i rapporti di forza tra criminali grandi e piccoli, insieme a un intreccio che da 'Infernal Affairs' a 'The Departed' ormai non ha piu' molti segreti. Eppure la presenza di Rama (al secolo Iko Uwais) continua ad essere una garanzia. E probabilmente lo sara' anche per il prossimo capitolo della annunciata trilogia, del quale pero' ancora non si sa molto altro oltre al fatto che sara' ambientato durante le due ore precedenti la fine di questo #2, in originale "Berandal'.

Che questa premessa non tragga in inganno, come il fatto che molti elementi tornino anche in questo film, The Raid 2: Berandal e' un film che non potete perdere. Sia che siate amanti dell'action movie piu' classico, sia che aneliate all'Ultra-Violenza all'orientale, sia che non abbiate mai pensato di potervi divertire con un film di questo genere. Il succedersi di combattimenti E' lo spettacolo. La trama che li collega - anche in maniera intelligente, con quelli che in altri casi sarebbero 'spiegoni' fastidiosi - partecipa a creare un ritmo di 'battere' (e davvero il caso di dirlo) e 'levare' che finisce con l'evidenziarli al massimo livello.



E cosi' scontri in spazi angusti (un bagno, una automobile in corsa, un corridoio…) si alternano a balletti di gruppo (ci concederete il termine dopo aver assistito alle vere e proprie coreografie ideate da Evans) nei quali i protagonisti sono di volta in volta Rama, Prakoso, i fratelli "Baseball Bat Man" e "Hammer Girl"… Per la nostra gioia. Che', alla fine delle lunghe ma mai noiose due ore e mezza di film, difficilmente la soddisfazione non sara' la sensazione piu' diffusa nel pubblico. Certo in un film che ribadisce piu' volte il concetto di limite e del saper riconoscere i propri forse si poteva fare di meglio, ma - sinceramente, col senno di poi - ci sarebbe dispiaciuto dover rinunciare a qualsiasi dieci minuti di quanto visto.