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The Maze Runner - La fuga - La nostra recensione

Non convincono l'accumulo di situazioni viste e il cambio di direzione rispetto alla saga letteraria e al film precedente

15.10.2015 - Autore: Mattia Pasquini (nexta)
Va bene cercare l'originalità e non appiattirsi su un prodotto già presentato al pubblico, ma che senso ha stravolgerne la vicenda in nome di una necessità di cambiamento che possa rivelarsi un boomerang, o mera imitazione di fonti diverse? Questa la domanda con cui ci lascia la visione di The Maze Runner - La fuga di Wes Ball, sequel del più apprezzabile - soprattutto a posteriori - Maze Runner - Il labirinto.

"What's your plan" continuano a ripetere i suoi amici a Thomas, il giovane leader dei fuggiaschi, prima dal Labirinto e oggi da una organizzazione che - a scanso di equivoci (e alla faccia del didascalismo) - si autodenomina W.C.K.D., ossia C.A.T.T.I.V.O., come da traduzione letteraria italiana. Ma una sorta di indecisione su che 'piano' seguire sembra provenire direttamente da chi muove i fili dei nostri eroi, dal regista stesso, e dallo sceneggiatore T.S. Nowlin.



Per loro stessa ammissione, son state molte e importanti le modifiche al racconto originario di James Dashner, autore di una serie di cinque libri (l'ultimo è in arrivo) i cui adattamenti davvero rischiano di non restare nella storia delle saghe cinematografiche moderne. Modifiche che appiattiscono questo La Fuga (The Scorch Trials) lasciando irrisolti molti interrogativi. O rispondendo ad altrettanti in maniera insufficiente. Soprattutto quelli relativi al contesto creato, le istituzioni che lo governano e la cronologia in cui ci si muove...

Più che di sospensione dell'incredulità, qui si abbisogna di uno sforzo fideistico per superare tanta confusione. Siamo nel filone messianico-postapocalittico del genere Young Adult, d'altronde, ma stante l'esercizio di fede resta la delusione per lo spettacolo offerto. Una sorta di ricettacolo di spunti visti al cinema e in tv, da La fuga di Logan a The Postman, fino all'immancabile (ormai nuovo riferimento per il genere zombi) The Walking Dead.



Del 'Signore delle mosche' manca l'evoluzione, la crescita interiore e di consapevolezza di questi giovani eroi. Che dopo l'originalità nell'ambientazione del primo ora non fanno che vagare da un porto sicuro a un rifugio - esclusa la 'pausa Rave', che ci sta sempre bene - per mantenere viva 'la speranza', ma soprattutto la saga. Traghettandoci verso il prossimo film, The Maze Runner: The Death Cure (La rivelazione, in italiano), atteso per il 17 settembre 2017.

Per allora il pubblico si sarà dimenticato la delusione, probabilmente. E le aspettative più basse potrebbero essere il miglior viatico per il preseguimento di una serie il cui fascino era stato inizialmente originato proprio dalla mancanza di informazioni date agli spettatori. Un gioco che inevitabilmente doveva 'durare poco', ma che speravamo potesse contare su scelte narrative e registiche migliori.


The Maze Runner - La fuga, in sala dal 15 ottobre, è distribuito da 20th Century Fox