Madeleine (Adèle Haenel, al secondo Cesar di fila dopo quello per Suzanne) e Arnaud (Kévin Azaïs, anche lui premiato lo scorso gennaio) sono due adolescenti del sud della Francia, delle Landes, con un diverso concetto di come affrontare la vita e prepararsi ad essa. Il nichilismo e l'aggressività della ragazza non assomigliano per niente alla passività e la naiveté di lui, eppure non è difficile trovare un terreno comune nel loro senso di estraneità alla società e ai riferimenti familiari con i quali son costretti a confrontarsi.

Questa alienazione, a suo modo classica, li avvicina. Nonostante tutto, e sempre di più nel procedere del film. Che attraversa una serie di tappe, decisamente funzionali tanto all'evoluzione del rapporto tra i due quanto alla costruzione di un'ambientazione 'a parte' in cui farli muovere. E crescere. In questo senso, potrà forse spiazzare il passaggio da un tono realistico a uno quasi favolistico, e in un certo senso allegorico, ma è certo una scelta che rende questa avventura davvero unica e interessante.
Come anche l'ammiccare a una tradizione catastrofista che emerge dai riferimenti della battagliera, ma ugualmente inquieta, Madeleine. Ossessionata dalla mancanza di speranze e di prospettive da cercare di addestrarsi per una apocalisse futura che in qualche modo la solleverebbe da responsabilità e delusioni. Anche d'amore, probabilmente. Ma si sa che per far cadere la maschera del cinismo a volte basta davvero molto poco, per esempio riconoscere i propri desideri e accettare di vivere.
Semplice e retorico, eppure così prepotentemente sincero. E raccontato - scansando molti dei difetti tipici di un esordio alla regia (oltre che alla sceneggiatura di un lungometraggio) - esagerando forse in azzardi e caratterizzazioni, ma riuscendo a conservare alcune ellissi importanti e utili sottrazioni che fanno davvero il bene del film.
The Fighters - Addestramento di vita, in sala dal 24 aprile 2015, è distribuito da Nomad Film Distribution