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The Farewell, la Cina è vicina e lontana nel dramma con Awkwafina (La recensione)

Lo scontro tra occidente e oriente nel film diretto da Lulu Wang

The Farewell - Una bugia buona

20.12.2019 - Autore: Marco Triolo
Billi, una ragazza cinese cresciuta a New York, torna in Cina con la sua famiglia per dare l'ultimo addio alla nonna, malata terminale di cancro. La famiglia ha deciso di non rivelare a quest'ultima la sua condizione, ma Billi è combattuta e dovrà scendere a patti con la sua cultura d'origine per capire la ragione di questa "bugia buona".

Sentiremo sempre più spesso parlare di Awkwafina. Al secolo Nora Lum, l'attrice e rapper ha da poco ottenuto la sua prima nomination ai Golden Globe grazie al ruolo di Billi in The Farewell – Una bugia buona. La commedia drammatica, diretta da Lulu Wang e scritta dalla stessa regista a partire da esperienze personali, mette Awkwafina al centro dell'inquadratura e all'attrice non resta che dare fondo a tutte le sue risorse e uscirne a testa alta. Sono il suo carisma e la sua naturalezza a caricarsi sulle spalle il peso del film, e a traghettare lo spettatore a cavallo di due mondi.
 
Da una parte l'America, New York, dove la protagonista è cresciuta. Dall'altra la Cina, Changchun, dove è nata e dove si dirige, insieme ai genitori, per dare l'ultimo addio alla nonna parterna, malata terminale di cancro ai polmoni.

 
Due luoghi fisici, ma anche i poli opposti dello spettro culturale umano, occidente vs. oriente, individualismo vs. collettivismo. Un contrasto che Billi vede intorno a sé, ma che deve affrontare anche dentro di sé. Non solo perché le circostanze glielo chiedono, ma anche perché è questo che un migrante è costretto a fare in ogni momento della sua vita.
 
La metafora è semplice: la famiglia cinese non intende rivelare alla nonna la sua condizione. La ragazza americana vorrebbe invece dirle la verità, affinché possa prepararsi alla morte chiudendo ogni conto in sospeso o, semplicemente, vivendo libera questi ultimi mesi. Ma qui casca l'asino: come viene ribadito, in maniera fin troppo didascalica in una scena, per i cinesi la vita non appartiene a te ma alla collettività. Dire la verità, a volte, significa caricare un inutile peso sulle spalle di una persona, un peso che invece può essere portato dagli altri al posto suo.

 
Il percorso di Billi è dunque una riconciliazione con questo punto di vista così diverso, eppure così intimamente legato alla sua cultura d'origine. È un mezzo che la regista Lulu Wang utilizza per venire a patti con le anime contrastanti che si agitano all'interno di una persona nata in un posto e cresciuta in un altro. Una condizione che, nel mondo globalizzato, è sempre più comune.
 
The Farewell è sorretto da un ottimo cast – a interpretare il padre di Billi c'è un veterano come Tzi Ma, visto in Arrival e L'uomo nell'alto castello – che sprigiona sincerità e umanità grazie alla direzione di Wang. Il film riesce a trovare un umorismo sottile, che lo rende inaspettatamente positivo nonostante la materia trattata (oltre alla morte si parla anche di fallimento delle aspirazioni personali e di come il tempo ci sfugga senza che ce ne rendiamo conto). È soprattutto un film sulla comprensione reciproca, sul trovare una via di mezzo e sul rispettare gli altri anche quando non si è perfettamente d'accordo con loro. Tutti messaggi molto importanti che dovrebbero essere ripetuti il più spesso possibile.
 
The Farewell – Una bugia buona arriverà nelle sale il 24 dicembre, distribuito da BIM.