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The Believer

The Believer

the believer

14.04.2003 - Autore: Adriano Ercolani
Un film di Henry Bean Con Ryan Gosling, Billy Zane, Theresa Russell, Summer Phoenix.   La storia è quella vera- di Danny Balint (Ryan Gosling), giovane ebreo e studioso di testi sacri, che dopo un rifiuto dei principi della propria religione abbraccia lideologia neonazista. Dopo aver conosciuto lideologo nazista Curtis Zampf (Billy Zane), la compagna Lina Moebius (Theresa Russell) e soprattutto la giovane figlia Carla (Summer Phoenix), di cui si Danny si innamora, il ragazzo inizia a progettare una serie di attentati contro eminenti personalità del mondo ebraico; nello stesso tempo però, proprio durante la messa in atto di una serie di atti criminali, iniziano a riemergere in lui lantica fede e le vecchie convinzioni...   Esordio alla regia dello sceneggiatore Henry Bean - che in passato ha realizzato gli script di film come Scomodi Omicidi (Mulholland Falls, 1995) di Lee Tamahori e Nemico Pubblico (Enemy of the State, 1998) di Tony Scott il film si è aggiudicato il Sundance Festival del 2001. Senza che possa effettivamente essere considerato un capolavoro, The Believer testimonia comunque la vivacità intellettuale e la propositività del cinema americano indipendente, di cui appunto il festival di Robert Redford si fa sempre apprezzata vetrina. La parte migliore della pellicola di Bean è senza dubbio la prima, in cui la presentazione del personaggio principale e delle sue contraddizioni è resa benissimo da una serie di dialoghi e di situazioni di impatto piuttosto accentuato, come ad esempio la scena al bar in cui Danny spiega al reporter la veridicità logica e filosofica del suo odio verso gli ebrei. Molte delle teorie naziste e neo-naziste dei personaggi vengono presentate in scene comuni e veritiere, fattore che accentua non poco il senso di disagio dello spettatore nellassistere alla normalità di tali discorsi. La forza del film sta nella sua messa in scena volutamente scarna e mai sopra le righe, crudo e disturbante in quanto appunto comune, quasi familiare. Quando invece, nella seconda parte del lungometraggio, inizia a profilarsi una serie di avvenimenti che portano la trama a dirigersi verso il giallo, allora linteresse nei confronti del protagonista e della storia calano decisamente, ed anche la messa in scena perde il suo impatto. Il film sembra perdere di vista la sua indagine sulle convinzioni e sulle contraddizioni di Danni Balint, per dedicarsi invece alla ricerca di una soluzione adatta per chiudere la storia. The Believer rimane così unopera riuscita soltanto a metà, capace cioè di catturare lo spettatore nella rappresentazione di un anti-eroe complesso e ricco di dolorose sfaccettature, ma incapace poi di andare fino in fondo nella ricerca degli elementi che hanno generato un simile mostro; questo è senza dubbio un peccato, perché le parti forse più riuscite del film sono forse proprio i bei flashback in cui il piccolo Danny, già alle prese con i propri dubbi interiori, si ribella agli aspetti più castranti della religione che non vuole accettare passivamente.