Un analista, persino se bravo e malinconico come Sergio Rubini, non è sufficiente da solo per riuscire a trasformare una storia di sentimenti in una commedia brillante. Soprattutto perché il nostro cinema ultimamente ha mostrato di saper fare bene cimentandosi con la commedia raffinata o popolare. Con l'esempio più eclatante dell'umorismo graffiante e da salotto di Perfetti sconosciuti, di recente abbiamo visto alcune commedie in grado di assaltare con ferocia e realismo l'amore contemporaneo, i ruoli e le relazioni. Ora non vogliamo tornare indietro.
Terapia di coppia per amanti non è una regressione totale in questo senso ma rappresenta un sostanziale momento di stallo nella scala-qualità delle commedie leggere nostrane.
Nonostante abbia un solido testo di partenza, l’omonimo libro di Diego De Silva fatto di fulminanti battute e di personaggi credibili e romantici, il film di Alessio Maria Federici rimane in superficie senza dirci nulla di nuovo sulle relazioni al tempo dei tradimenti diffusi e della psicoterapia sdoganata come rimedio di massa per l’anima.
Ambra Angiolini e Pietro Sermonti sono due amanti in crisi perché pur desiderandosi intensamente, non riescono a fare il salto di lasciare i rispettivi matrimoni per vivere una vita insieme. L’happy ending ovviamente arriverà ma prima dovremo passare tra sedute terapeutiche, gag, equivoci, macchiette e stereotipi umani.
Il film di Federici si salva perché la coppia principale funziona. Sermonti è un attore bravissimo, capace di dare vivacità a un personaggio dalla backstory molto piatta e Ambra Angiolini è un personaggio femminile riuscito, intenso, materno e mai eccessivamente nevrotico come prevede invece il cliché della donna in terapia di stampo 'Margherita Buy'. Inoltre è una pellicola che fa entrare con successo la musica in scena quasi come fosse un personaggio a sé, il perfetto terzo polo di un triangolo amoroso in atto. Diciamo pure che con poche idee dietro le battute al vetriolo del testo di partenza e poca voglia di dire qualcosa di significativo sulle relazioni moderne, qui si è fatto davvero il meglio. Sfiorando cioè ogni stereotipo sul tema senza rimanere intrappolato in nessuno di questi.
Terapia di coppia per amanti non è una regressione totale in questo senso ma rappresenta un sostanziale momento di stallo nella scala-qualità delle commedie leggere nostrane.
Nonostante abbia un solido testo di partenza, l’omonimo libro di Diego De Silva fatto di fulminanti battute e di personaggi credibili e romantici, il film di Alessio Maria Federici rimane in superficie senza dirci nulla di nuovo sulle relazioni al tempo dei tradimenti diffusi e della psicoterapia sdoganata come rimedio di massa per l’anima.
Ambra Angiolini e Pietro Sermonti sono due amanti in crisi perché pur desiderandosi intensamente, non riescono a fare il salto di lasciare i rispettivi matrimoni per vivere una vita insieme. L’happy ending ovviamente arriverà ma prima dovremo passare tra sedute terapeutiche, gag, equivoci, macchiette e stereotipi umani.
Il film di Federici si salva perché la coppia principale funziona. Sermonti è un attore bravissimo, capace di dare vivacità a un personaggio dalla backstory molto piatta e Ambra Angiolini è un personaggio femminile riuscito, intenso, materno e mai eccessivamente nevrotico come prevede invece il cliché della donna in terapia di stampo 'Margherita Buy'. Inoltre è una pellicola che fa entrare con successo la musica in scena quasi come fosse un personaggio a sé, il perfetto terzo polo di un triangolo amoroso in atto. Diciamo pure che con poche idee dietro le battute al vetriolo del testo di partenza e poca voglia di dire qualcosa di significativo sulle relazioni moderne, qui si è fatto davvero il meglio. Sfiorando cioè ogni stereotipo sul tema senza rimanere intrappolato in nessuno di questi.
Terapia di coppia per amanti, in uscita il 26 ottobre, è distribuito da Warner Bros.