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"Tart"
"Tart"

15.06.2001 - Autore: Alessandra Galassi
Cat Storm (Dominique Swain) è una diciassettenne che frequenta un prestigiosissimo College di New York. Non si sente a proprio agio con la gente della sua stessa scuola e per questo stringe unintensa amicizia con lemarginata del gruppo, la stravagante Delilah (Bijou Phillips). La ragazza sembra dimostrarsi troppo precoce rispetto alla più infantile Cat, che dopo poco tempo riesce a farsi amica Grace, una ragazza del gruppo del cosiddetti figli di papà. Delilah viene emarginata da tutti e Cat, pur soffrendo per la sua amica, non riesce a proteggerla da loro. Nel gruppo dei rampolli newyorchesi cè anche William (Brad Renfro), il ragazzo più carino del College, del quale si è invaghita Cat. Anche lui le rivolge delle attenzioni e, dopo alcune feste, i due si ritrovano a baciarsi. Intanto gli appartamenti che ospitano i loro raduni vengono di volta in volta derubati. Le accuse contro tutto e tutti diventano gli argomenti del giorno, a lezione e fuori.
Cat sembra essere felice, pur avendo un fratello ipocondriaco di 9 anni e una madre molto apprensiva ma anche molto distante. William invita Cat al prestigioso Gold and Silver Ball, ma le cose cominciano a prendere una brutta piega. Lui e i suoi amici fanno uso sfrenato di droga, che anche Cat decide di provare. Le cose precipitano, la ragazza rischia di morire. Cat confida i suoi segreti a William fidandosi di lui, ma qualcosa turba il ragazzo al punto che il giorno dopo tutto il College viene a conoscenza delle origini ebraiche di Cat, immediatamente allontanata dal gruppo. Ma in agguato cè qualcosa di peggio..
In sintesi
Ladolescenza della ricca America vista attraverso gli occhi dei protagonisti. Bella lidea, scarsa la messa in scena.
Il giudizio
Per la regista, un esordio non dei migliori. Concediamole unaltra chance!
Il commento
Il sottotitolo del film, Sesso, droga eCollege, inserisce perfettamente la pellicola allinterno di quello che possiamo chiamare il filone dei film sui college americani. E le tematiche di questo particolare genere cinematografico sono esattamente quelle: il sesso a tutti i costi, la droga come realizzazione e il College come obbligo imposto dalla più in delle società. Ma generalmente i film di questo tipo se non sono di genere demenziale (e basta citarne uno per tutti: Animal House), sono comunque divertenti e spensierati, come le avventure che raccontano.
Lopera prima di Christina Wayne, dal passato come redattrice per il \"Rolling Stone Magazine, è invece un film che cerca di affrontare in maniera più intensa gli stili di vita di questi ragazzi della New York bene. Ma il tentativo di scavare in fondo alle loro menti, di indagare nei loro atteggiamenti, nei loro modi di vivere ladolescenza, il sesso e le droghe, si perde un pochino in una sceneggiatura che invece rimane molto superficiale. Anche la tecnica registica non è al culmine delloriginalità, ma ciò possiamo attribuirlo allinesperienza del caso.
Le parti principali sono state affidate a due adolescenti nati cinematograficamente come bambini prodigio: Dominique Swain e Brad Renfro.
La prima, da ricordare bellissima e intrigante bambina nella versione firmata Adrian Lyne di Lolita, che qui ritroviamo ingrassata e, diciamolo pure, sfiorita nella sua bellezza adolescenziale, delude su tutti i fronti. Poco espressiva, segnata da unandatura appesantita, la Swain cerca di dare il tutto per tutto ad un personaggio che sembra non appartenerle. Daltro canto non le è da meno il protagonista maschile, il Brad Renfro scelto da Joel Schumacher per interpretare il vivace bambino de Il cliente. Pur avendo avuto ripetuti problemi con la legge, derivanti dalluso incondizionato di droghe, Renfro ha già allattivo qualche importante pellicola, come Sleepers e Lallievo. Nonostante però le sue innate doti di attore, anche lui stavolta sembra non appartenere al personaggio che interpreta.
Affascinante e intrigante, invece, come ad ogni suo film, Melanie Griffith, che ritroviamo nel ruolo della madre di Delilah, risolleva un tantino le interpretazioni un pò avvilite dellintero film. La sua apparizione, di probabili tre o quattro minuti di ripresa, lascia comunque un briciolo di speranza per le sorti di una pellicola, che, tuttavia, cede miseramente alla superficialità di un mediocre intreccio.