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Syriana

Dopo un mediocre esordio dietro alla macchina da presa il regista Stephen Gaghan ci regala un magistrale esempio di political thriller, confezionando un superbo e agghiacciante affresco sugli intrighi del petrolio in Medio Oriente

Syriana

12.04.2007 - Autore: Marcello Paolillo
La corruzione è ciò che ci protegge
E’ ciò che ci tiene al caldo e al sicuro.
E’ ciò che permette a me e a te di camminare a testa alta,
anziché lottare per un pezzo di pane in mezzo alla strada.
La corruzione… è il motivo per cui vinciamo
!”



Dopo un mediocre esordio dietro alla macchina da presa con il thriller Abandon, il regista Stephen Gaghan (premio Oscar nel 2001 per la sceneggiatura di Traffic) ci regala con Syriana un magistrale esempio di political thriller, confezionando un superbo e agghiacciante affresco sugli intrighi economici che governano il traffico del petrolio in Medio Oriente. Servendosi di una struttura simile a Traffic, Syriana è la storia, in parallelo, di una serie di personaggi che si scoprono pedine all’interno di una gigantesca e complessa rete di inganni e corruzione.

Un esperto di economia (Matt Damon), a seguito di una durissima tragedia familiare, cerca di dare un senso alla propria vita divenendo consigliere di un principe del Golfo Persico, che in uno slancio di idealismo, vuole dare un futuro al proprio Paese e sciogliere i legami con gli Stati Uniti. Nel frattempo, un agente della CIA (George Clooney, nominato ai Golden Globe come miglior attore non protagonista) dopo essere scampato a un attentato, incomincia a rendersi conto di quanto sia corrotta la professione a cui ha dedicato la sua intera vita e vuole riabilitarsi in un’ultima rischiosissima missione. Contemporaneamente, un avvocato di Washington (Jeffrey Wright) si trova ad affrontare un dilemma morale mentre indaga sulla fusione di due potenti compagnie petrolifere americane che si sentono minacciate dall’elezione al trono del principe in Medio Oriente. In tutto questo, una bomba è data per dispersa e un ragazzino pakistano senza lavoro trova accoglienza in una setta fondamentalista che medita un attentato. Senza svelare nulla, basti sapere che tutti i nodi verranno al pettine in un finale cupissimo e a dir poco esplosivo.

Syriana è un congegno ad orologeria talmente complesso che ci vuole almeno una buona quarantina di minuti prima di incominciare a collegare le diverse storie e a capire dove stanno andando a parare. Ma quando i fili si intrecciano e incomincia ad apparire l’ordito, il ritmo si fa incandescente e la storia letteralmente esplode.

Fin dall’inizio tuttavia, la regia di Gaghan appare ammirevole per come utilizza location e musiche per creare un costante clima di ansia e paranoia. Basti pensare, tra i tanti momenti, alla sequenza della tragedia familiare che colpisce Matt Damon, ambientata nella piscina di un lussuoso albergo e girata in maniera assolutamente impeccabile… “Everything is connected”, recita la tagline del film.

Ed è vero non solo per le diverse storie, che si intrecciano mirabilmente tra loro, ma anche per i continui richiami, paralleli, contrasti che danno la dimensione morale del film, fino a un finale agghiacciante in cui assistiamo a una chiaro parallelismo, che contiene implicitamente un giudizio morale violentissimo, tra due diverse forme di terrorismo non poi così diverse tra loro, se non fosse che una è sancita da un sacrificio in prima persona e l’altra da una stretta di mano in una stanza dei bottoni. Ma non voglio svelare di più. Dirò solo che se Clooney con Good Night and Good Luck! aveva scalfito l’immagine di un’America terra della democrazia e delle libertà, con Syriana sembra volerle dare il colpo di grazia, in un film rivelazione che è, senza dubbio, uno dei prodotti made in USA più coraggiosi e controversi dell’anno.

Marcello Paolillo lavora per diversi anni come giornalista per TELE+ e come Acquisition & Production Manager per Eagle Pictures. Attualmente vive a New York, dove è Acquisition Consultant per Nexo e corrispondente per il sito IONCINEMA.com. Ha inoltre lavorato alla produzione del documentario di Martin Scorsese My Voyage to Italy  e alla preproduzione del nuovo film di Alfonso Cuaron Children of Men. Laureato in Letteratura, è autore del libro Il Cinema di Jane Campion (Falsopiano).