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Streghe verso nord

Streghe verso nord

streghe verso nord

15.11.2001 - Autore: Adele de Gennaro
Esce il 16 novembre il film di Giovanni Veronesi che segna il debutto sul grande schermo di Teo Mammuccari, lex conduttore di Libero. Nel cast anche Emmanuelle Seigner, una strega dai tratti affascinanti, Paul Sorvino e Daniele Liotti.     Mentre eravamo tutti lì a sfregarci le mani per la rinascita del cinema italiano, ecco che arriva nelle sale un film destinato a farci ripiombare nei dubbi e nelle perplessità. Ed è un vero peccato perché non solo si tratta di unoccasione sprecata un altro passo falso del gruppo Cecchi Gori? - ma anche di un film che avrebbe potuto avere esiti ben diversi con una sceneggiatura più coraggiosa e meno squinternata. Diciamolo subito: Streghe verso nord, il film di Giovanni Veronesi in uscita nelle sale il 16 novembre, non è esattamente uno dei titoli migliori di questa stagione. E purtroppo non basta un promettente spunto iniziale, né un cast che annovera tra gli altri Paul Sorvino, Emmanuelle Seigner e Gerard Depardieu in un breve cameo. per risollevarne le sorti. Scritto da Giovanni e Sandro Veronesi in collaborazione con Massimiliano Governi, Streghe verso nord si presenta come una commedia sospesa tra il surreale ed il grottesco, con lintento di raccontare un mondo parallelo al nostro, in cui personaggi e oggetti hanno poteri soprannaturali. Un mondo dominato dalle streghe, icone di una femminilità malvagia da sopprimere ad ogni costo, anche con testate sul naso. Protagonisti sono due uomini, lanziano Gallio (Paul Sorvino) ed il più giovane Teo (Teo Mammuccari), uniti in una lotta senza esclusione di colpi. In una Roma fotografata con efficacia da Tani Canevari, i due amici si alleano stringendo un patto da disinnescatori di streghe, proponendosi di combatterle con ogni mezzo. Fra tutte le streghe del film ovviamente la più luciferina è lei, Emmanuelle Seigner nel ruolo di Lucilla, la misteriosa cognata di Teo. Sposata al fratello più giovane, Paolo (Daniele Liotti), Lucilla è una strega suprema, infiltratasi nella famiglia per annientare Teo e mettere zizzania tra i due fratelli. Ma ovviamente, con una strega di tali fattezze, la lotta si fa più dura anche perché è chiaro che Teo ne è segretamente innamorato. Di fronte ai tentativi di seduzione di Lucilla, che non esita ad insinuare falsità sul marito pur di far vacillare le poche certezze di Teo, lunica soluzione appare lo scontro. E chi meglio di Gallio, un personaggio adatto alle corde di Sorvino, per preparare Teo a riconoscere, scovare e disinnescare le streghe del Duemila? Da qui una serie di scene, spesso ripetitive e inutili, dove i due protagonisti non hanno di meglio da fare che eliminare qualsiasi strega ( e che banalità associarle con le attricette, suvvia!) a suon di testate sul naso, peraltro unidea sfruttata già in passato e con esiti molto più umoristici da Aldo, Giovanni e Giacomo. Peccato, dicevamo, anche perché il film poteva essere una buona occasione soprattutto per Teo Mammuccari, la vera sorpresa di questa commedia. Al di là delle condizioni difficili in cui è stato girato il film, sospeso più volte per le note tribolazioni economiche di Vittorio Cecchi Gori, dobbiamo infatti riconoscere che Giovanni Veronesi non si era sbagliato nel voler puntare su Mammuccari che, senza rifarsi il verso e senza gli ammiccamenti tipici dei personaggi televisivi approdati al cinema, se la cava egregiamente. Ma basterà la sua presenza a consolare il pubblico?  
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