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Stà zitto...non rompere

Arriva in Italia il nuovo film di Francis Veber (La cena dei cretini, L'apparenza inganna), già campione d'incassi in Francia a sole due settimane dall'uscita. "Sta' zitto...non rompere" si apprezza come un bel gioco: mai inutile, anzi spesso ricco di piacevoli sorprese.

Stà zitto..non rompere

12.04.2007 - Autore: Michela Saputi
L'unico punto debole di Ruby (Jean Reno), criminale spericolato e solitario, è il suo amore per la bellissima donna del boss Vogel. Il suo ultimo colpo gli costa la prigione, dove però lo informano che lei è stata uccisa: la vendetta è ormai il suo unico scopo. Quentin (Gerard Depardieu) è un colosso tutto muscoli e niente cervello, dolce e ingenuo come un bambino, ma altrettanto petulante ed impulsivo, un incubo per tutti i detenuti. Quando finisce in cella con Ruby, e coglie, nello sguardo gelido di Reno, l'espressione simpatica ed un po' "appesa" di un cavallo, decide che saranno per sempre amici ed apriranno insieme un bistrot nella tranquilla periferia parigina. Per attuare il suo piano, non gli resta che sequestrare il compagno e fuggire con lui (imperdibile la scena dell'evasione), in una serie a catena di gag surreali ed esilaranti, tra scherzi di carnevale ed improbabili fughe su volanti della polizia e mercedes dei mafiosi.   Veber conferma la sua maestria nel ripercorrere schemi della commedia classica, questa volta nel ritmo serrato di una storia d'azione, senza tuttavia mai calcare la mano né scivolare nella noia di accavallamenti disordinati. La sua scelta, in un cinema che vede sempre più esposto a rischi di formattazione e livellamento verso il mercato, è di affidarsi alle solide radici del mestiere: centralità della scrittura, e dunque trovate geniali di sceneggiatura e dialoghi, e forte contenuto umano, come la migliore commedia insegna. Il film racconta una storia di amicizia tra due personaggi inizialmente agli antipodi, ma che a poco a poco si avvicinano fino a scambiarsi i ruoli. Sotto i colpi di acute e brillanti battute, vacillano le percezioni che ognuno ha del proprio io, e le ragioni di ciò che poi di sé propone alla distratta visione della società. Il "cretino", figura ricorrente nei suoi film, è sempre un personaggio toccante, che non cambierà, poiché è la nostra prospettiva su di lui che è destinata a modificarsi. Si può capovolgere non solo il destino di un uomo, ma il fondamento stesso della sua dignità.
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