Non a caso inizialmente si era parlato di Jack Nicholson, altra maschera adatta alla bisogna, ma la firma di Bill Murray nel 2012 probabilmente ha realizzato il sogno di produttori e sceneggiatore, che ha cosi' potuto dedicarsi al suo esordio da regista. Non eccezionale, come si sara' sicuramente intuito tra le righe, ma divertente e rispondente alle aspettative.
Difficile restare delusi, in fondo, da un'ora e tre quarti di una bellissima Naomi Watts, un po' sopra le righe come stripper russa (il cinema americano dovra' prima o poi fare i conti con le caratterizzazioni dei personaggi sovietici) e di un grande Bill Murray nei panni di se stesso. Nel bene (davvero molto) e nel male, con le sue scontrosita', fissita' e piccole commoventi sorprese e' lui il Vincent de Van Nuys abrutito e apatico al quale il figlio della vicina Melissa McCarthy rovina la vita.
Ma la rovina davvero? Ovviamente non serve una risposta. Probabilmente sara' piu' utile avere coscienza e consapevolezza dello spettacolo che ci attende in sala: un susseguirsi di scene singolarmente ben costruite nel quale la regia non ha bisogno di fare la differenza, una performance da one man show costruita per un pubblico molto specifico, che sicuramente accettera' la 'chiamata' ricevendone il premio previsto. Come e' accaduto al Festival di Toronto, dove il film ha avuto la sua Premiere arrivando secondo nel People's Choice Award.
St. Vincent, in sala dal 18 ottobre 2014, e' distribuito da Eagle Pictures
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