NOTIZIE

Spanglish

Uno dei 'film imperfetti' più piacevoli di questo scorcio di stagione cinematografica con la star spagnola Paz Vega.

SPANGLISH

13.04.2005 - Autore: Adriano Ercolani
Id., usa, 2004.
Di James L. Brooks; con Adam Sandler, Paz Vega, Tea Leoni, Cloris Leachman.

La famiglia Clusky ha bisogno di una nuova governate per i due figlioletti: al colloquio per l’assunzione si presenta la bella messicana Florentia Moreno (Paz Vega), che non parla una parola d’inglese ma ha un disperato bisogno di lavoro. Ben presto l’inserimento di Florentia nella famiglia si dimostrerà piuttosto bizzarro, e non solo a causa delle difficoltà di comunicazione dovute alla lingua; i Clasky stanno infatti attraversando un periodo particolarmente complesso: il capofamiglia, John (Adam Sandler) è uno chef rinomato in tutto il paese, ma in decisa crisi esistenziale; la sua isterica moglie Deborah (Tea Leoni) non riesce a dare un senso alla sua vita; a completare poi il quadro familiare c’è la madre di lei, Evelyn (Cloris Leachman), ex jazzista di successo ora dedita più alla bottiglia che al canto. La sagace Flor si dovrà confrontare con tutte queste realtà pur cercando di preservare la sua identità ispanica...

Quando un film si dimostra imperfetto per eccesso di idee e storie invece che per difetto, è molto probabile che entri comunque nelle simpatie di chi deve giudicarlo. E’ senza dubbio il caso di questo “Spanglish”, quinto film di James L. Brooks. Seppur eccessivamente dilatato nei tempi – più di due ore per una commedia romantica sono decisamente troppe – e con alcune interessanti sotto-trame che si perdono per strada, il film si fa però decisamente apprezzare per tutta una serie di motivi: prima tra tutti, la stupenda caratterizzazione dei personaggi, simpatici ed allo stesso tempo molto complessi e sfaccettati. Brooks si dimostra ancora una volta, se mai cene ne fosse stato ulteriormente bisogno, un grandioso direttore d’attori: da Sandler alla Vega, dalla Leoni ai due bambini, tutti danno il meglio delle loro capacità nei rispettivi ruoli. Ma la vera perla di “Spanglish” è assolutamente la rediviva e sempre grandiosa Cloris Leachman, caratterista ormai mitica per la sua Frau Blucher di “Frankenstein Junior” (Young Frankenstein, 1974) di Mel Brooks e premio Oscar per “L’ultimo spettacolo” (The Last Picture Show, 1971) di Peter Bogdanovich.
L’abilità di orchestratore di Brooks si dimostra anche in questo film nel saper costruire tutta una serie di scene di sofisticata comicità, costruite attraverso un’attenzione a dialoghi e situazioni che da sempre distingue le pellicole dell’autore; in molti ponti quindi “Spanglish” si pone sorprendentemente come una commedia frizzante e coinvolgente, scorrevole nell’evolversi delle storie e diretta con la mano sicura di chi sa governare il genere. Purtroppo la già osservata eccessiva dilatazione della sceneggiatura appesantisce alla fine il risultato finale, che a dire il vero in alcuni momenti soffre anche di una certa retoricità, soprattutto nell’affrontare il tema della diversità culturale tra Stati Uniti e Messico. Nonostante questi difetti però “Spanglish” rimane uno dei “film imperfetti” più piacevoli di questo scorcio di stagione cinematografica.

offscreen



FILM E PERSONE