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Sono tornato, la recensione della black comedy sul ‘fascismo di ritorno’ 

Il regista di Benvenuti al Sud alle prese con una commedia nera e grottesca che però poteva essere più graffiante

Sono tornato

Sono tornato

31.01.2018 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)
Il gioco di Sono tornato non è tanto quello di elaborare un nuovo giudizio storico sulla figura di Mussolini che la analizzi da un diverso punto di vista o ne racconti gli aspetti inediti. Al regista Luca Miniero e allo sceneggiatore Nicola Guaglianone interessa più girare una commedia nera dove chiedersi se, nel caso di un ritorno – irreale, surreale – di Benito Mussolini nell’Italia del 2018, il Paese avrebbe o meno maturato gli anticorpi necessari per frenarne una nuova ascesa e una nuova popolarità. Specialmente se quest’ultimo si ripresentasse sotto le spoglie di un comico che ne riproduce il pensiero e l’ideologia totalitaria senza mai svelare la sua vera identità. Per questo il film è un ritratto dell’Italia di oggi graffiante, ma non totalmente feroce come si saremmo aspettati. Coraggioso per tanti versi ma poi meno satirico del previsto. 

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Perché rispondere alla domanda: ‘Mussolini sarà pure morto, ma l’antifascismo come si sente?’, è un affare complesso che mescola la conoscenza profonda della pancia del Paese con una volontà di definirne gli aspetti più grotteschi. Sono tornato riesce a metà in questo intento. Per esempio l’idea di usare alcune candid camera per mostrare le reazioni di divertimento e di demenza di fronte a Massimo Popolizio travestito da Mussolini che vaga per alcuni luoghi pubblici, è sicuramente un termometro per misurare il livello popolare di condanna e di censura nei confronti della sua figura ma forse il mezzo è un po’ troppo semplicistico se applicato a un film che vuole comunque trovare una sua profondità. Con cosa solidarizzano gli italiani che non rimproverano il cattivo gusto di una mascherata? Con la maschera o con il personaggio e le sue idee totalitarie? Vero anche che chi è seduto sulla sedia durante la proiezione prova un vero disagio di fronte a questa figura con la quale lotta per tutto il film senza mai abbandonare il senso di fastidio e intolleranza. E prende atto che la stessa sensazione di desiderio di tracciare una distanza non viene condivisa dalle candid del film.  

Difficile dirlo così; sicuramente ne emerge il ritratto di un Paese che in alcuni casi dimentica troppo facilmente gli orrori attraversati in passato, e che oggi minimizza di fronte a certe nostalgie con il Regime. Eppure misurare il livello di antifascismo del Paese dalle reazioni di fronte a un personaggio che è chiaramente travestito per burla e che si aggira per le vie dell’Italia, è un metro di giudizio abbastanza distorto nelle intenzioni che risulta un po’ più debole rispetto ad altre parti del film che invece ben descrivono alcune mostrificazioni del pensiero e alcune inquietanti gestioni del ‘Male’ di ritorno. L’assenza di autocensura dei media che nel nome del politicamente scorretto portano Mussolini ad essere una superstar e che sembrano aver abdicato a qualunque ruolo di guida e pensiero critico del Paese; visto che per loro tutto è concesso e degno di uno spazio. Il benaltrismo dilagante, dove qualunque condanna politica e morale viene sviata mettendo sullo stesso piano aspetti che nulla c’entrano con il fascismo. E in effetti quando la commedia non ha paura di criticare tanti aspetti del cosiddetto ‘fascismo di ritorno’, basterebbero le tante affermazioni dei nostri politici che di fronte a fenomeni che inneggiano al Ventennio hanno un atteggiamento di bonaria minimizzazione, per parlare di indulgenza odierna nei confronti della figura di Mussolini, convince. A volte invece soffre di troppa poca ferocia per essere veramente scorretta. In questo il personaggio di Frank Matano aiuta a portare ingenuità e ad ammorbidire il racconto con alcune gag più prevedibili. Comunque si esce con tanta inquietudine e un alert; mai abbassare la guardia; la Storia potrebbe ripetersi. 

Sono tornato, in uscita il 1 febbraio, è distribuito da Vision Distribution.