In una perenne mezzanotte affonda Sin City. Solo intermittenti schizzi di colore illuminano il buio. Gli uomini si stagliano nella penombra con i loro trench, le donne mostrano seni pneumatici compressi in abbigliamenti bondage nell’idea feticista delle eroine tipica dei comics. Ambientato in una metropoli senza luogo né tempo, il film prende i fumetti di Frank Miller e come fossero vernice li sbatte in una specie di “Action Painting” sullo schermo. Il risultato è sorprendente.
Frank Miller non ne voleva sapere di cedere il suo mondo immaginario al cinema. Poi un giorno Robert Rodriguez gli ha aperto davanti il suo computer portatile, ha premuto un tasto e Miller è rimasto a bocca aperta. C’era il suo mondo che si muoveva. Era bastata una prova fatta tra amici per convincerlo.
Contrasti di bianchi e neri feroci, con lirici tocchi di colore. Il regista Rodriguez era un fumettista e ha imparato ad amare il contrasto tra il bianco e il nero, senza toni medi. Lo ricrea qui grazie al computer. Gira tutte le scene in studio con lo sfondo del “green screen”, poi con la classica tecnica del “chromakey”, aggiunge la scenografia al computer.
Stilizzato, violento e divertente. Si tratterà anche di “hard-boiled” ma per il momento rimettete pure in libreria Raymond Chandler. Le fonti d’ispirazione, com’è giusto che sia, le troviamo stavolta un gradino più in basso. L’American Primitivism dei tardi ’50, incarnato dai gialli di Mickey Spillane (La lunga notte, Un bacio e una pistola), o gli horror comics della EC di William Gaines in quegli stessi anni. Aleggiano sempre, tuttavia, il fatalismo sentimentale, i dialoghi e la narrazione capaci di rievocare i noir di metà secolo scorso.
In una struttura a tre episodi, presi direttamente dalla serie fumettistica, prende vita il mondo noir iperviolento e ironico di Frank Miller. Un mondo di duri infami, di prostitute maledette, di poliziotti corrotti. Violenza arbitraria e romanticismo iperreale.
Per farlo ecco agli ordini di Rodriguez anche un cast stellare: Bruce Willis, Mickey Rourke, Benecio Del Toro, Rosario Dawson, Jessica Alba, Clive Owen. Con una cameo perdipiù dello stesso Frank Miller nella parte di un prete.
Resta il solito dubbio irrisolto: che succede quando si prende un’opera da un mezzo espressivo e la si porta su un altro? Rodriguez e Miller (firmano la regia insieme) riescono probabilmente nell’impresa di ricreare l’aspetto visivo originale. Ma come replicare l’esperienza privata della lettura del fumetto? La lenta e personale scelta di sfogliare le pagine?
“There is no justice without sin”, dice Frank Miller. Alla fine il film, per rendere giustizia al fumetto, finirà magari per commettere qualche peccato cinematografico. Ma il fine pare nobile quanto i mezzi.


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Sin City preview
Ambientato in una metropoli senza luogo né tempo, il film prende i fumetti di Frank Miller e come fossero vernice li sbatte in una specie di "Action Painting" sullo schermo. Il risultato è sorprendente.

12.04.2007 - Autore: Claudio Moretti