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Recensione Sense8: la stagione 2 è una conferma per la serie firmata Wachowski

Tornano i sensate, tornano le loro disavventure e gli intrecci sentimentali della serie portabandiera del movimento per la parità gender

Sense8

04.05.2017 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Una celebrazione della diversità, etnica e di genere, e della comunione tra esse. Pansessualità, omosessualità, eterosessualità, transgender, unione tra razze e grande enfasi sull'empatia e sul futuro dell'umanità. Sense8 è probabilmente la cosa migliore che le Wachowski abbiano realizzato dopo Matrix, proprio perché è così tanto personale – essendo loro due donne transgender. C'è una sincerità, c'è un ottimismo contagioso. È per questo che, al di là di alcune cadute di tono o eccessi di melassa, per altro già presenti nella prima stagione, Sense8 continua a funzionare alla grande.

 
Merito anche di una scrittura che delinea alla perfezione otto protagonisti, otto! Sono davvero tanti, molte altre serie si perderebbero dopo un po', Sense8 invece tiene tutto perfettamente sotto controllo. Le disavventure di questi otto “sensate” (ora c'è anche un termine latino gettato nella mischia, “homo sensorium”) proseguono sui binari impostati nella prima stagione. Mentre Lito (Miguel Ángel Silvestre) si trova ad affrontare una crisi di carriera dovuta al suo outing online, Sun (Doona Bae) è costretta a una scelta radicale che la porterà sulla strada della rivincita contro il fratello. Will (Brian J. Smith) e Riley (Tuppence Middleton) sono in fuga da Whispers (Terrence Mann) l'inquietante sensate al servizio di un'agenzia segreta che dà la caccia ai suoi simili. Nomi (Jamie Clayton) è come loro latitante, e nel frattempo è diventata la hacker tuttofare che spesso salva i suoi nuovi fratelli dalle situazioni più impossibili. Capheus (Toby Onwumere, sostituto di Aml Ameen) si ritrova a considerare una carriera in politica. E infine Wolfgang (Max Riemelt) e Kala (Tina Desai) proseguono la loro storia d'amore a distanza.
 
Nei primi episodi succedono già un mucchio di cose: il gruppo si prende una importante rivincita contro i propri aguzzini, e lo status quo di quasi tutti i personaggi viene rivoluzionato. Non si può certo dire che Sense8 sia una serie che si muove lentamente. Eppure, nonostante l'incedere inarrestabile, gli autori (tra cui anche il guru dei fumetti e della TV J. Michael Straczynski) riescono sempre a trovare dei momenti di quiete per tutti i sensate, a ricavare degli attimi di puro gioco, a fare costantemente il punto della situazione sulla loro evoluzione.

 
Non solo: la seconda stagione inizia anche ad aprirsi ad altri “cluster” di sensate, altri gruppi di personaggi dotati degli stessi poteri dei protagonisti. Per ora non è chiaro se siano tutti affidabili, anzi molti sono ambigui e più smaliziati dei nostri eroi (e tra questi c'è anche la femme fatale Valeria Bilello), ma di certo è un segnale che l'universo della serie si sta espandendo.
 
I lati negativi, se così possiamo definirli, sono gli stessi della prima stagione: i momenti sentimentali sono a volte troppo carichi di kitsch, sopra le righe. Non c'è spazio per la sottigliezza, le Wachowski vogliono assicurarsi di far passare chiaro e tondo il messaggio sull'eguaglianza gender. Non sarebbe necessario urlarlo in questa maniera, perché già i personaggi lo veicolano perfettamente. Al di là di questo, Sense8 resta una serie coinvolgente e, una volta che sarete irretiti nelle trame di questa nuova stagione, non riuscirete a staccarvene come la prima volta.
 
La seconda stagione di Sense8 sarà disponibile su Netflix dal 5 maggio.