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RAVANELLO PALLIDO

Ravanello pallido

ravanello pallido

05.10.2001 - Autore: Ludovica Rampoldi
Il primo film di Luciana Littizzetto, ex-insegnante di musica, attrice, doppiatrice e scrittrice di successo, è una graziosa commedia che riesce a divertire sulla scia delle molte situazioni comiche presenti. Il talento della Littizzetto è grande, disarmante il modo in cui sa dire delle volgarità allucinanti senza risultare volgare, anche se la sua cattiveria sembra a tratti spuntata, con un bel lieto fine e un volenoso finale che redime le colpe di tutti, anche di chi avremo voluto vedere sottoposto a una fine crudele. Parallelo allo svolgimento della narrazione cè un seconda storia, la denuncia dei crimini e misfatti del mondo dello showbiz televisivo e di tutti i suoi traffichini e burattinai, direttori di rete, agenti e giornalisti assoldati. (Cè anche una citazione di Guy de Bord e della sua Societé du spectacole, con il libro dello scrittore contro francese che contiene cocaina da regalare in cambio di unospitata televisiva più emblematico di così). Lo sceneggiatore Fabio Bonifacci dice di aver voluto raccontare quel mondo per esorcizzare una paura che lo attanaglia quando lavora in televisione: il terrore che nessuno dica mai la verità. E il campionario di figure che estrae dai suoi incubi sulla mafia dello spettacolo sono gustosamente divertenti, dal bello del TG6, al direttore cocainomane di rete1, agli spietati sponsor di Telephone simili ad aguzzini medioevali. Buona prova per Massimo Venturiello, nel cast insieme a Gianfranco Barra, Renato Scarpa e Neri Marcorè, il bravissimo comico esploso con lOttavo Nano. In definitiva Ravanello Pallido è un inno alla normalità, allamore per se stessi e al coraggio di rischiare, perché i profumi non si tengono nelle caraffe e i diamanti non sono mai grossi come meloni.