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Prendimi e portami via

Il film è ambientato in una zona periferica di Roma: un ritratto di quartiere, con le sue figure tipiche, le sue abitudini, e la storia della difficile convivenza con il vicino campo nomadi.

Prendimi e portami via

12.04.2007 - Autore: Michela Saputi
Italia, 2003; di Tonino Zangardi, con Rodolfo Laganà, Valeria Golino   Al centro di questa cornice c\'è l\'incontro tra due adolescenti. Il romano Giampiero e la rom Romana riescono a trovarsi in una dimensione, fatta di relazioni intime e di sentimenti autentici, che infrange le tradizionali convenzioni, i ruoli di apparenza, in cui sono invece \"incastrati\" i genitori di Giampiero, Alfredo (Rodolfo Laganà), commerciante onesto e legato alla famiglia, e Luciana (Valeria Golino), aspirante pittrice e moglie insoddisfatta. Quando intorno ai due ragazzi scoppia la guerra tra l\'intero quartiere ed i rom, il loro mondo ne rimane fuori, intatto, finchè un ultimo fatale danno, stavolta provocato dal padre di Romana,li separerà. Ma non è ancora la sconfitta..   La pellicola, che trae spunto da un fatto di cronaca (un incendio in un campo nomadi provocato da cittadini romani), ha il pregio di ritrarre la realtà, senza cadere in banali e pedanti schematismi, scegliendo piuttosto di raccontare una storia delicata e lieve sulla speranza, sui sogni che resistono alle difficoltà incontrate nel voler cambiare la propria vita. Lo scenario prescelto è una Roma \"insolita\", che ricorda certe atmosfere dei film anni \'50: la periferia, vera protagonista, è riscattata dai clichè di luogo di degrado e desolazione, perchè il suo contenuto umano la colora e le dà forza con le sue contraddizioni piene di vitalità. Lo sguardo del regista è di divertito e distaccato osservatore, che non vuole prendere parti, ma giocare con sottile ironia sulla tragicomicità della vita, sempre drammatica e comica, poetica e surreale. E non ha dubbi sulla scelta dei protagonisti. Laganà, da bravo comico, si muove bene nel suo primo ruolo drammatico, mentre Valeria Golino (premiata a Venezia e al festival Europacinema di Viareggio) esprime intensamente il senso di distacco e di estraneità di Luciana, pura e vitale, che non si sente capita dalla comunità cui appartiene. La nostra realtà quotidiana, con i suoi scontri ma anche le sue ricchezze, è una storia bella e poetica che ci fa sorridere delle eterne battaglie della vita.
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