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Posh - La nostra recensione

Tra 'branco' e 'cena delle beffe', una versione dell'Alta Societa' britannica inedita e superficiale

23.09.2014 - Autore: Mattia Pasquini
Film come Momenti di gloria hanno reso celebre il cortile dell'Universita' di Oxford, altri - piu' o meno realisticamente (vedi The Skulls) - ci hanno presentato le associazioni di studenti, tradizionalmente composte di giovani maschi facoltosi affascinati da anacronistici quanto aristocratici modelli e dal senso di onnipotenza che ne deriva. In Posh c'e' una sorta di somma dei due elementi, ma forse non una reale sintesi.



In parte sicuramente e' dovuto al fatto che il film e' la trasposizione dell'omonimo testo teatrale della britannica Laura Wade, rappresentato per la prima volta nel 2010 e ispirato al reale Bullingdon Club di Oxford. Associazione che, come il 'Riot Club' qui descritto (e che da' il titolo originale al film), vive di cene rituali e rigidi e personalissimi codici. E, ovviamente, di cerimonie di iniziazione che funzionano sempre molto bene al cinema. Soprattutto se i protagonisti sono due sex symbol moderni come Max Irons (Miles) e Sam Claflin (Alistair).

Sono loro le supposte 'vittime sacrificali' di questa storia. Una storia che ruota a lungo intorno al concetto generale accennato poc'anzi, relativamente alla natura di questo tipo di para istituzioni, e ancora piu' a lungo si concentra sulla cena che sul palcoscenico teatrale costituiva l'intero corpus sotto osservazione. La presenza di molti personaggi, inevitabilmente, rende difficile caratterizzarli tutti, ma in fondo questo non interessa, visto che - a parte i due suddetti - sono poche altre le figure importanti nella dinamica narrativa messa in scena.



In parte quelle femminili - con la triade Holliday Grainger (Lauren), Jessica Brown Findlay (Rachel) e Natalie Dormer (Charlie) - pur non compiutamente strutturate, con aggiunta dell'Harry Villiers di Douglas Booth. Tutti personaggi molto netti, semplici, che in teoria dovrebbero permettere all'eroe buono (Miles) e alle sue inattese ombre di risaltare. Mentre invece rischiano di creare un ambiguo e indistinto mare magno in cui anche quello finisce per annegare.



Questa l'impressione generale, d'altronde, nella quale si perdono ritualita' tribali, rigurgiti classisti, fascino e sdegno. Nonostante alcune scene ben costruite e alcuni spunti interessanti, come quello conclusivo, fintamente lasciato alla riflessione amara dello spettatore, in realta' sottolineato oltre modo con un finale multiplo quanto innecessario, utile - in alcuni casi - ad offrire una ulteriore passerella a personaggi bidimensionali.


Posh, in uscita il 25 settembre 2014, e' distribuito da Notorious Pictures


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