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"Paszport"
"Paszport"

13.02.2001 - Autore: Andrea Nobile
Paszport é diretto dall\'esperto Peter Gothár, regista ungherese con al suo attivo una decina di lungometraggi (tra i quali quello d\'esordio che ha conquistato il premio come migliore opera prima al festival di Venezia del 1980), una lunga esperienza in campo teatrale come direttore artistico del teatro di Kaposvár e oltre trenta film diretti per la televisione. Il tentativo, con Paszport, é quello di analizzare la situazione dei più poveri, degli sfortunati del suo paese, ma lasciando anche che il film si espanda in un\'analisi molto più generale e complessa sullo stato del genere umano alla fine del millennio.
Nonostante questa ambizione, il film é molto interessante, indagando la condizione dei più poveri senza però mai cadere in facili sentimentalismi, anzi conservando uno sguardo ironico e divertito. I temi affrontati sono importanti eppure mai \'pesanti\', aiutati anche dalla naturalezza degli interpreti. Notevole l\'uso di una fotografia molto particolare, che decolora solo fino ad un certo punto lasciando un bianco e nero slavato e sporco, aiutando a entrare nel mondo degli sfortunati protagonisti di questa storia. I rischi di occasionali richiami allo stile di Kusturiza sono evitati da una regia che cerca sempre soluzioni nuove.
Da segnalare la consumazione del matrimonio tra marito e moglie, sicuramente una delle scene di sesso più \'ilari\' (nel vero senso della parola) mai viste al cinema. Peccato, invece, per il (notevole) lavoro sulle differenze ed incomprensioni linguistiche tra Elizaveta, che conosce poco l\'ungherese, e il villaggio, compresi naturalmente i familiari: tutto perso nella versione sottotitolata.
La Trama
In un paese nel cuore dell\'infinita pianura ungherese, Jóska (Gergely Kocsis) vive con il padre e la sorella Mari (Mari Nagy). Jóska si ubriaca ogni sera, combinando ogni sorta di guai. La sorella, stanca della situazione, decide di trovargli una moglie, nella speranza che questo lo possa calmare. Comincia a corrispondere con Elizaveta, una ragazza che abita in Russia ma che é mezza ungherese. Le scrive lettere appassionate fingendosi Jóska, e alla fine convince il fratello ad andare a prendere la sua futura sposa in Russia. Dopo il matrimonio, i due tornano in Ungheria. All\'inizio tutto sembra andare bene, ma poi la dipendenza di Jóska dall\'alcol comincia a rovinare tutto, e nemmeno la nascita della figlia lo riporta sulla retta via. Né lo fanno rinsavire la morte del padre o l\'addio della sorella, stanca delle sue violenze. Alla fine anche Elizaveta scappa con la bambina, con l\'intenzione di tornare a casa sua, in quella che nel frattempo é diventata l\'Ucraina. Ma alla frontiera si deve arrendere davanti al fatto che la bambina non ha documenti e quindi non può uscire dall\'Ungheria. Le due fuggitive dovranno trovare così qualche altro modo per arrangiarsi, sognando di poter, un giorno, arrivare a vedere quella Geller Hill di Budapest che la televisione descrive come una specie di paradiso.