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Passato Prossimo

L'esordio alla regia di Maria Sole Tognazzi è un film in cui si ride, si riflette e ci si riflette e immedesima in uno dei personaggi, uniti se pur in modo diverso, dalle paure di crescere, di cambiare e di amare.

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12.04.2007 - Autore: Vanessa Bozzi
Passato Prossimo è l'ultimo esempio italiano (in ordine di tempo) di quella che il giornalista veronese Stefano Reggiani definì malincommendia. Una parola che mai come in questo caso si addice a un film. Si ride, si riflette e ci si riflette e immedesima in (almeno) uno dei personaggi, uniti se pur in modo diverso, dalle loro paure di crescere, di cambiare, di amare. Indicativa una delle scene del film, in cui si chiude una porta, come un'età che finisce o un momento della vita da lasciarsi alle spalle.

La storia ruota intorno a una casa d'infanzia da vendere con mobili e ricordi annessi e due week end che hanno cambiato e cambieranno la vita dei protagonisti. Un film sull'amicizia e la rivalità, sulla paura dell'intimità, del sesso, del confronto con gli altri. Insomma un film sul passaggio umano e temporale di giovani in cerca di successo e conferme.
Tutto questo è "Passato Prossimo", opera prima di un'appena trentenne Maria Sole Tognazzi sensibile figlia d'arte, regista e co-sceneggiatrice del film insieme a Daniele Prato.

Nel film si intrecciano, in una casa alle porte di Roma, le storie di un gruppo di ragazzi con la sindrome di Peter Pan, figure trentenni in un'età di passaggio che non amano crescere e lasciano tutto in sospeso. C'è chi ci mette tre anni per finire la tesi di laurea, c'è chi sceglie il nome dei figli senza avere intenzione di aspettarne, ci sono vecchi e nuovi amori che nascono e muoiono senza un perché. E' un film sulla difficoltà a volte di essere figli d'arte. (Tognazzi e Cervi in primis sono cognomi ben noti da generazioni nel mondo del cinema italiano)

C'è nel film Claudio Santamaria divertente e scanzonato, ma troppo impulsivo per guardasi dentro davvero, Paola Cortellesi intensa nel suo inusuale ruolo drammatico. C'è una Valentina Cervi credibilmente nevrotica e materna con il suo cane. C'è Claudio Giouè, alla cerca di una verità sulla sua sessualità. E Ignazio Oliva, aspirante attore schiacciato dal confronto col padre. E c'è, di passaggio, ma pronto a lasciare un segno di cinismo e antipatia Gianmarco Tognazzi. Ci sono insomma tutti i prototipi dei giovani (e non solo di oggi) che vivono sospesi e incerti a metà tra i ricordi e le ambizioni, tra la nostalgia e la voglia di andare avanti, tra il rifiuto del rapporto di coppia e il desiderio di complicità in un ballo nel salone tra Claudio Santamaria e Francesca Figus.

Ma ci sentiamo tutti davvero così inadeguati? E' la domanda che sorge assistendo alle vicende di Claudia, Carola, Andrea, Edoardo, Gianmaria, Francesca, Monica, Alberto e Filippo. I personaggi vivono ossessionati dallo squillo del cellulare, cerchiano di vincere lo sconforto e la solitudine trovando palliativi (la carriera, gli animali domestici). Viviamo davvero le nostre vite sentendoci così insoddisfatti? Se lo chiede e ce lo chiede attraverso le immagini e i piani sequenza Maria Sole Tognazzi, regista dallo sguardo curioso e rivelatore delle emozioni dell'uomo. "Passato Prossimo" non è l'ennesimo film generazionale, o almeno non è solo questo, anche se regista e attori sono tutti più o meno di quell'età. E' un film sulla paura del cambiamento, sul timore di guardarsi dentro o l'incapacità di capirsi o riconoscersi. Attualissimo benché sia stato scritto oltre tre anni fa il film è ricco di dialoghi geniali nella loro naturalezza, dal luminoso e solare doppio finale.
E' un film da non perdere che farà sorridere, divertire e riflettere lo spettatore di qualunque età.
Perché il passato prossimo è il tempo eterno di ciascuno di noi!
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