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Orgoglio e grinta scozzesi

Orgoglio e grinta scozzesi

peter mullan

14.04.2003 - Autore: Adriano Ercolani
Pochi, pochissimi film sono serviti a Peter Mullan per imporsi come uno degli attori più incisivi del panorama britannico degli ultimi anni. Volto segnato e severo, sguardo perennemente torvo ma capace anche di profonda intensità emotiva, Mullan ha dimostrato nel corso delle sue interpretazioni di trovarsi a suo agio con personaggi forti, decisi, decisamente caratterizzati dal punto di vista emotivo. Segno evidente del suo ferreo carattere scozzese, di cui egli si è ripetutamente vantato nelle manifestazioni ufficiali, tanto da presentarsi a ritirare un premio a Cannes con smoking e kilt. Il primo ruolo di una certa importanza arriva a Mullan allinizio degli anni 90 grazie a Ken Loach, che lo vuole come amico del protagonista Robert Carlyle nel bellissimo Riff Raff (id.1990), a cui seguono altre parti minori in Piccoli Omicidi tra Amici (Shallow Grave,1994) di Danny Boyle e Braveheart (id.,1995) di Mel Gibson. A garantirgli una certa notorietà è poi ancora Boyle, che lo sceglie per il ruolo di Swanney, lo spacciatore-chioccia di Ewan McGregor in Trainspotting (id.,1996). Fin qui Mullan ha sempre avuto a che fare comunque con personaggi piuttosto semplici, e soprattutto brevi. Il primo ruolo da protagonista arriva ancora con ken Loach e con My Name is Joe (id.,1998), ed è subito un trionfo. Il film è uno dei più radicali e rigidamente costruiti del maestro inglese, e lattore è talmente intenso e convincente da vincere la Palma dOro a Cannes per la miglior interpretazione maschile. Il personaggio di Joe Kavanagh, ex alcolizzato che cerca di mettere su una scalcinata squadra di calcio nel quartiere, per liberare sé stesso ed i suoi ragazzi dalle minacce della società corrotta, è una delle più belle e toccanti figure che il cinema britannico ci abbia proposto negli ultimi anni. Soprattutto Mullan dimostra al grande pubblico di essere attore completo e versatile, capace di bucare lo schermo sia con la sua energia interiore che con raffinate doti di attore. Ed anche il successivo Miss Julie (id.,1999) di Mike Figgis lo dimostra ampiamente: il film è costruito come un continuo ed estenuante spettacolo teatrale, allestito pressoché soltanto allinterno di una vecchia cucina padronale, in cui si muovono, quasi sempre soli, i due protagonisti Mullan e Saffron Burrows. Opera intensa ed ardua, Miss Julie mette senza dubbio in risalto le doti del caratterista, alle prese con un ruolo dalle mille sfumature psicologiche, sempre in bilico tra la rabbia e la tenerezza. Dopo questa ennesima prova convincente, arriva la parte accanto al grande Kevin Spacey in Un Perfetto Criminale (Ordinary Decent Criminal,2000) di Thaddeus OSullivan, in cui recita la parte dellinfido e traditore Stevie, braccio destro dellimpavido ladro. Ed infine eccolo i questi giorni sui nostri schermi con il bellissimo Le Bianche Tracce della Vita (The Claim,2000), glaciale western di Michael Winterbottom, in cui interpreta con grande raffinatezza il complicato ruolo del signor Dillon, pioniere del West che ha costruito una città in mezzo alla neve della Sierra Nevada, ma arricchendosi ha perso i valori morali con cui era partito; lennesima, superba interpretazione da parte di Mullan di un personaggio complesso, dalle mille sfaccettature che devono essere cercate dietro la rude a fiera apparenza.