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Oh Boy - Un caffè a Berlino - La nostra recensione

La Berlino tragicomica della generazione Neet

Oh Boy - Un caffè a Berlino

21.10.2013 - Autore: Alessia Laudati
Pensare ai giovani tedeschi, e vederli rappresentati in maniera molto diversa rispetto al modello di efficienza, rigore e rettitudine al quale ci hanno abituato gli indici di prosperità economica e un locale sentimento di indistinta venerazione. Niko Fischer (Tom Schilling), è invece un degno rappresentante dei Neet (Not in Education, Employment or Training), categoria di giovani under 29 intellettualmente inermi e strutturalmente indecisi, a spasso per una capitale piena di personaggi nevrotici e paradossali.



Oh Boy - Un caffè a Berlino, raffinato lavoro di Jan Ole Gerster, descrive, a ritmo di jazz, la parabola del protagonista alla ricerca di un caffè, e l’approdo verso nuove illuminanti consapevolezze. La prima, che la propria storia personale non può evolversi senza che avvenga l’emancipazione economica e morale dai propri genitori, la seconda, e qui il film abbraccia una riflessione più ampia, che il percorso verso la maturità generazionale debba attraversare un momento di confronto con il passato di violenza della nazione. La fine del vecchio Friedrich (Michael Gwisdek), incarna, in tale senso, un simbolico parricidio necessario per immaginare il futuro con fiducia.



Berlino, nella sua struttura ancora ferita dal passato recente, è metafora di questa convivenza forzata, spesso problematica, tra ieri e oggi, tra padri ingombranti e figli confusi, per una generazione, il cui Zeitgeist, magnificamente catturato nella pellicola, può parzialmente riflettersi nelle parole che Beniamino Placido pronunciò sul lavoro di Andrea Pazienza: «Andrea Pazienza ha cantato (dipinto, descritto: dica ciascuno come vuole) questa sensazione-situazione giovanile di appassionato amore per il mondo e di anticipata rinuncia al mondo. Tanto il mondo non ci vuole. Poi forse non ci interessa nemmeno. Comunque, non ce la faremo mai».

Oh Boy - Un caffè a Berlino, in uscita il 24 ottobre, è distribuito in Italia da Academy Two.