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Off Key

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off key

19.12.2001 - Autore: Ludovica Rampoldi
Un film di Manuel Gomez Pereira Con Joe Mantegna, Danny Aiello, George Hamilton, Anna Galiena, Claudia Gerini Spagna, Usa, 2001   Ricardo, Fabrizio e Armand sono tre tenori di fama internazionale. Al termine di un concerto, si stanno godendo l’ovazione della platea. Ricardo, il più esuberante dei tre, decide di proporre un insolito bis: una riproposizione lirica di Guadalajara, con tanto di sombreri e ambientazione latina. Alla vista di questo spettacolo trash il pubblico insorge, i tre tenori si azzuffano sul palco, e la loro fulgida carriera si interrompe. Ritroviamo i tre protagonisti dieci anni dopo: Armand sta sposarsi con la figlia di Ricardo e sta organizzando un matrimonio in grande stile. I tre hanno smesso di parlarsi e il fatto di ritrovarsi tutti insieme è fonte di ansia e competizione. Il gelosissimo Fabrizio ha sposato la moglie di Ricardo e teme che questi se la riprenda. Il donnaiolo Armand è terrorizzato dall’apparire vecchio. Ricardo, finito senz’arte né parte, per non sfigurare assolda una prostituta perché finga di essere una premurosa fidanzatina.   Questo è il plot iniziale di Off Key, una coproduzione tra Spagna e Italia, girato in Francia con attori internazionali. Più precisamente nella villa di Rambouillet, lussuoso teatro della diplomazia naufragata nel tentativo di mettere d’accordo serbi e kosovari.   Nella sontuosa villa che deve accogliere gli invitati al matrimonio si dipanano ghirigori da commedia degli equivoci, tra figli illegittimi, tradimenti, travestimenti, rivelazioni e colpi di scena. Su tutto trionfano i tre attori, bravissimi nell’impersonare lo stridente contrasto tra la gloria pubblica e la pochezza privata dei tenori, aggrappati con gli artigli agli ultimi brandelli della loro tramontata carriera. Sono loro che rendono questo film godibile, scherzando anche su sé stessi. Come Gorge Hamilton, vecchia gloria dell’età dell’oro di Hollywood, nei panni di un uomo ossessionato dalla giovinezza, esilarante e ridicolo mentre si barcamena tra lifting e lettini solari.   Ogni riferimento con l’attualità è casuale, dicono a scanso di equivoci tutti i protagonisti di Off Key. Questo non è un film su Domingo Pavarotti e Carreras, insomma. Anche se i riferimenti graffianti alla lirica che vira in una dimensione pop trash non sembrano né casuali né innocenti.   Off Key è ambiziosa commedia corale che non sempre raggiunge le vette che si era prefissata. Vuole essere una commedia sofisticata e corrosiva ma i suoi artigli sono stemperati, l’umorismo cinico si dilata nelle gag da slapstick comedy che regalano magre risate, in cui solo i tre protagonisti concedono momenti di gustosa ilarità (vedi la scena finale) che riscattano il generale senso di superfluo che pervade tutto il film.