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"Non con un bang"

"Non con un bang"

non con un bang

25.05.2001 - Autore: Luca Persiani
Alle pendici del Vesuvio c\'è la villetta della famiglia Settembre. Il figlio maggiore, il ventiseienne Cesare, si sta per laureare in giurisprudenza; gli manca un esame ma non ha il coraggio di affrontarlo. Per evitare il confronto con una realtà che gli è pesantemente ostile e che non capisce, si chiude in casa dove, fra incubi deliranti ad occhi aperti e linfinita processione di padri poco comprensivi, madri stralunate, amici, donne e parenti vari consuma la sua profondissima crisi che sembra non avere alcun rimedio.   il commento Dopo due anni (era stato presentato al Festival del Cinema di Venezia del 1999 nella sezione Nuovi Territori) esce in sala il dramma giovanile, opera prima, di Mariano Lamberti, nominato anche nel 2000 come Miglior Film al festival internazionale del cinema Fantasporto. Inquietantemente (nonostante il gap temporale che ha separato la produzione dalla distribuzione) il film si infila con tempismo nel noto filone dei tardo-ventenni/trentenni con sindrome adolescenziale prolungata ed enorme paura della vita. In questo caso si aggiunge al tema una dimensione fantastica o pseudo-fantastica che visualizza, un po rozzamente, le fantasie malate e deliranti del protagonista, con un piglio poetico che sconta forse il troppo amore dellautore per il maestro Fellini e la troppa attenzione per certa modesta inventiva visuale di Giuseppe Tornatore. La tragica crisi paralizzante di Cesare, il suo rapporto conflittuale con il padre avvocato calciofilo (lesatto contrario del figlio) e più in generale il disfarsi del piccolo mondo familiare e amicale che circonda il protagonista sono i temi che il film porta avanti. Limmaginazione ottusa dallo studio e la creatività repressa di Cesare vengono fuori in situazioni paradossali, come la gag della mostruosa pianta che la madre accudisce nella camera del protagonista, che avrebbero la pretesa di riflettere la presunta poesia malinconica del nostro eroe. Purtroppo niente di tutto questo passa dal film allo spettatore, intrappolato in unimbarazzante sequela di situazioni poco strutturate e dallefficacia inesistente. La sorella svanita Paola, lamico concreto e studioso Antonio e lantica fidanzata Milena dovrebbero essere fondamentali figure a metà fra le proiezioni della psiche tormentata di Cesare e la rappresentazione di un mondo esterno vicino ma improvvisamente e irrimediabilmente ormai distaccato dal protagonista, mentre non sono che macchiette senza forza. Apparentemente elemento privo di coscienza, ma in realtà specchio reattivo degli umori di Cesare, Lamberti arriva addirittura a mettere in scena come co-protagonista il monte Vesuvio, che cambia colore a seconda del clima emotivo allinterno della famiglia. Cesare attraversa un percorso accidentato che sembra senza fine e che lo stesso film lascia, in ultima analisi, aperto, in bilico su unimmagine, quella del ragazzo che volteggia a molti metri da terra ancorato ad una specie di enorme cordone ombelicale, che sintetizza bene il chiassoso e didascalico simbolismo di cui Non con un bang è costellato. Il disagio di Cesare cresce con quello dello spettatore di fronte alla pellicola e poco o nulla può la presenza carismatica di Paola Pitagora in un film di cui si fatica a trovare la ragione di vita.   in sintesi Ennesimo esercizio sciatto, privo di stile e capacità narrativa intorno ai problemi di un ragazzo dalladolescenza prolungata e dai grandi problemi di adattamento.   giudizio Un film desolantemente sbagliato.  
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