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Mona Lisa Smile

Mike Newell (Donnie Brasco) dirige Julia Roberts, in odore di Oscar, in un film tutto al femminile che ricorda tanto l'attimo fuggente.

Mona lisa

12.04.2007 - Autore: William Chioccini
Regia: Mike Newell con: Julia Roberts, Julia Stiles, Kirsten Dunst   Nell'autunno del 1953, la professoressa di storia dell'arte Katherine Watson (Julia Roberts) si trasferisce nel New England per insegnare al college femminile di Wellesley, trovandosi però intrappolata in un ambiente chiuso e conformista, nel quale le ragazze sono spinte ad allinearsi alla tradizione piuttosto che a ragionare in modo indipendente.   Il film racconta le vicende sentimentali di quattro studentesse e della loro professoressa, ognuna delle quali ben equipaggiata fin dall'inizio di certezze e prevenzioni. Lo svolgersi delle rispettive storie mostrerà con chiarezza che difficilmente la realtà coincide con l'idea della realtà che ciascuna di loro si è fatta, e solo alcune realizzeranno i propri desideri. La condanna del matrimonio e della vita domestica della donna è netta (una giovane sposa che mostra all'amica del cuore i nuovi elettrodomestici appena comprati appare quasi patetica), ma fortunatamente il film non si risolve in un'insensata crociata contro questi (possibili) aspetti della vita di una donna. Le varie storie hanno esiti diversi e vengono compiute delle scelte diverse. Alla fine, la morale sembra essere quella di fregarsene delle convenzioni, e realizzare ciò che per ciascuno, personalmente, rappresenta la felicità. A volte, però, le situazioni e i personaggi appaiono un po' scontati e prevedibili; la varietà delle storie e la diversità dei caratteri non impediscono al film di scivolare in un eccessivo ricorso a cliches. Gli uomini, poi, non fanno davvero una bella figura. O sono goffi e maldestri, come lo studentello amato da una delle quattro protagoniste, oppure bugiardi e meschini, come l'insegnante di italiano, celebre per le sue avventure con le allieve e per le balle che racconta.   "Mona Lisa Smile" affronta delle questioni delicate e complesse quali l'emancipazione della donna, il valore del matrimonio, la realizzazione professionale. Pone delle domande del tenore "cos'è l'arte" a cui è difficile dare una risposta, sempre che sia possibile dare una risposta. Visti gli argomenti in discussione, le soluzioni offerte appaiono a volte schematiche e non adeguatamente approfondite. E' un film che vuole essere "impegnato", e forse lo è troppo, nel senso che i personaggi, a volte, sembrano degli arringatori concentrati nel sostenere le proprie tesi piuttosto che donne e uomini che vivono una stagione della loro vita.