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MARI DEL SUD

Mari del Sud

Mari del sud

12.10.2001 - Autore: Adriano Ercolani
Finalmente, ed è davvero il caso di dirlo, un film che si discosta dal solito modo di fare cinema comico in Italia. Allinterno di un panorama italiano sempre più votato al conformismo, Mari del Sud si propone come una ventata di aria fresca e briosa. La commedia di Cesena vuole satireggiare senza mezzi termini sulla famiglia italiana di media borghesia, mettendone alla berlina tic, manie, idiosincrasie e soprattutto la costante ansia di successo. Per fare questo lautore non sceglie la semplice (e semplicistica) commedia, ma vira tutta la vicenda verso lassurdo e soprattutto il grottesco, raggiungendo in pieno lo scopo di mettere in scena unopera molto divertente ed anche soavemente cattiva. Molto merito, oltre che alla regia, va anche al montaggio frizzante di Florio Sampieri, ed alle belle scenografie di Gianni Giovagnoni. Ovviamente però a contribuire maggiormente alla riuscita della pellicola sono gli attori, con Diego Abatantuono su tutti: la sua performance, che strizza più volte locchio ai suoi esordi terruncielli, è tutta una gamma di smorfie e vezzi gigioni, che benissimo si adattano al tono del film. Perfetto contraltare gli fa la sempre efficace Victoria Abril, disposta a mettersi in discussione anche fisicamente, interpretando la moglie borghese ed insoddisfatta che si avvia verso la terza età. Anche i due giovani si impegnano a non sfigurare nel confronto con i due attori più affermati. Mari del Sud ci offre anche una gustosa galleria di attori di contorno, interpretati da una serie di caratteristi di indubbio valore: ecco allora il capo della società Nando Gazzolo, oppure il vicino di casa petulante e fissato con le piante esotiche Enzo Cannavale. Una citazione particolare merita Chiara Sani, soubrette di origine televisiva che mette in scena il personaggio della civettuola e snob Melania, con fresca giovialità ed allo stesso tempo buona verosimiglianza. Il film di Cesena dunque, invece che deludere le aspettative come accade a molte commedie nostrane, rappresenta un buon prodotto medio, abbastanza originale e riuscito; volendo trovare a tutti costi dei difetti allopera, posiamo dire che forse la sceneggiatura scritta dallo stesso Cesena insieme a Thomas Bahmann e Han Turner avrebbe dovuto immaginare un finale un pomeno buonista e più in sintonia con la corrosiva vena che pervade tutta lopera. Ma ciò non toglie poi molto alla riuscita del film. Speriamo che unadeguata distribuzione nelle sale ed una campagna pubblicitaria allaltezza della qualità del prodotto sappiano valorizzare chi cerca di essere originale e non allineato con i blandi stilemi del momento.