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L'uomo perfetto

Finalmente un film italiano che si preoccupa di rielaborare un genere pienamente codificato come la classica "sophisticated comedy" di espressa matrice hollywoodiana

L'uomo perfetto

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
Regia di Luca Lucini
con Francesca Inaudi, Riccardo Scamarcio, Gabriella Pession, Giampaolo Morelli, Giuseppe Battiston

Quando la timida ed impacciata Lucia (Francesca Inaudi) scopre che il suo migliore amico Paolo (Giampaolo Morelli), di cui è da sempre innamorata, sta per sposare la sua migliore amica Maria (Gabriella Pession), non riesce a darsi pace; ingaggia allora Antonio (Riccardo Scamarcio), un attore scalcinato, per sedurre la ragazza e poter aver così via libera con il suo amore. Ma non tutto andrà come previsto, così come il cuore di Lucia si dimostrerà inaspettatamente già occupato...

Il sospetto più attendibile che abbiamo avuto dopo la gustosa visione de “L’uomo perfetto” è che il merito principale della riuscita del film, o più precisamente il primo merito da attribuire, debba andare agli autori della sceneggiatura, Marco Ponti e Lucia Moisio. La sorpresa maggiore della pellicola consiste infatti in uno script molto preciso nel costruire non soltanto i personaggi, ma soprattutto una storia che possieda tutti gli stilemi ed il ritmo comico necessari per funzionare; finalmente dunque un film italiano che si preoccupa di rielaborare un genere pienamente codificato come la classica “sophisticated comedy” di espressa matrice hollywoodiana (in conferenza stampa sono stati citati nomi come Blake Edwards e soprattutto Billy Wilder, a testimonianza dell’intelligenza dei riferimenti che quest’opera possiede) . L’intento abbastanza esplicito è quello di offrire al pubblico un prodotto intelligentemente confezionato non soltanto nella messa in scena dunque, ma fin dalle premesse, e cioè dalla storia; Ponti e la Moisio, ispirandosi ad un film spagnolo di cui “L’uomo perfetto” è il remake, costruiscono una commedia degli equivoci briosa ed effervescente, che permette ai quattro attori di recitare al meglio nei rispettivi ruoli. Tra tutti, quella che reputiamo essere maggiormente convincente è Gabriella Pession, brava nel mantenere sempre dolce e realistico un personaggio più stilizzato, che avrebbe potuto sfiorare ripetutamente la “macchietta”.  Senza pretese di autorialità, ma con un lavoro serio e ben impostato di scrittura su e dentro ad un genere preciso, si è perciò arrivati ad un film solido come una volta erano i migliori lavori del nostro cinema. Lucini si dimostra ottimo direttore di attori, attento e sensibile nel dedicare lo spazio necessario a tutti i caratteristi in scena, lasciando evidentemente loro la possibilità di riempire i ruoli con originalità ed espressività. Se proprio vogliamo trovare un difetto a “L’uomo perfetto”, è forse quello di non voler rischiare una messa in scena visivamente più accattivante; sia la regia che poi la fotografia ed il montaggio sembrano limitarsi a “raccontare” semplicemente il film, dove magari un intervento sull’eleganza dell’immagine o sul ritmo della stessa avrebbero potuto impreziosire il risultato finale. La pellicola rimane comunque godibilissima, ottimo esempio di come anche in Italia si possa fare cinema intelligente partendo da un elemento che sembra purtroppo essere sempre più sottovalutato: la sceneggiatura.

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