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L'uomo invisibile - La recensione dell'horror ora disponibile in streaming

Un personaggio vecchio almeno novant'anni torna in un film sorprendente e più che mai attuale

30.03.2020 - Autore: Pierpaolo Festa
Ci sono un paio di sequenze magistrali, scene che rimangono scolpite nella memoria, all’interno della nuova versione de L’uomo invisibile. La prima realizzata a Hollywood nel ventunesimo secolo. Un reboot in cui si sente chiaramente la presenza dello spettro di Alfred Hitchock guidare i realizzatori. Il regista e sceneggiatore Leigh Whannell, già creatore della saga di Saw e autore dell'ottimo Upgrade, trova qui la chiave giusta per approcciarsi in maniera fresca e intelligente alle terrificanti vicende di un personaggio vecchio quasi novant'anni.

Risale infatti al 1933 il primo adattamento de L'uomo invisibile, monster movie della Universal Pictures ispirato al romanzo di H.G. Wells. La nuova versione è una delle prime vittime dell'epidemia di Coronavirus, e allo stesso tempo è anche uno dei grandi sopravvissuti. La Universal lo ha infatti distribuito direttamente in streaming: in Italia è adesso disponibile per il noleggio sulla piattaforma Chili. 


 
Nel corso di decenni anni di “apparizioni” cinematografiche, L’uomo invisibile è stato uno scienziato geniale in grado di trasformarsi in una persona molto spiacevole (come lo era Kevin Bacon nel visivamente splendido ma narrativamente fiacco film di Paul Verhoeven del 2000). Un protagonista che finiva per precipitare nella pazzia una volta capito che non sarebbe più riuscito a riavere indietro le sue molecole. Questa volta la cattiveria è già alla base del personaggio, un genio dell’industria ottica che ama possedere cose e persone. Specialmente la sua compagna, di cui abusa fisicamente e psicologicamente. 
 
Il tema della mascolinità tossica è il motore del film, servito perfettamente da effetti speciali mai gratuiti. Bastano i primi minuti del film per capire che siamo davanti a materiale tutt’altro che convenzionale. Prima di tutto perché il "mostro" in questione viene confinato a un ruolo di supporto. Paradossalmente, così facendo, la sua presenza viene percepita in ogni scena del film.

Ci si ritrova dunque nel bel mezzo della notte insieme alla vera protagonista interpretata da Elisabeth Moss di The Handmaid’s Tale (che qui dimostra uno sforzo interpretativo fisico ed emotivo da valere da solo il prezzo del biglietto): eccola pianificare una fuga dall'abitazione del fidanzato violento. La scena è praticamente muta. Non servono dialoghi per spiegare cosa sia successo, l’espressione della Moss basta e avanza. Quella che sembra la fuga di una donna verso la vita si trasforma invece in una discesa nella pazzia nel momento lei continua a sentire il pericolo vicinissimo. Pur non vedendolo.

Ecco dunque il nuovo taglio dell’Uomo invisibile, il blockbuster giusto al momento giusto voluto da Jason Blum. Ancora una volta il produttore guru dell’horror DOC di Hollywood merita un applauso e il suo regista Whannell riesce a far respirare questo film senza mai velocizzare il ritmo e schivando il più possibile i cliché. E poi ci sono quei due grandi momenti menzionati all'inizio di questo testo: la "sequenza della vernice", e quella del ristorante. Scene così riuscite, un crescendo di tensione da usare come esempio, che garantiscono il salto dalla poltrona e il proseguimento della visione con un’espressione di incredulità. E ciliegina sulla torta, un sorriso provocato dallo shock.

L'uomo invisibile, una distribuzione Universal Pictures, è attualmente disponibile in streaming su Chili.