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L’estate addosso – La recensione del nuovo film di Gabriele Muccino

Presentato a Venezia, il film italo-americano di Muccino è una storia di sentimenti negati sullo sfondo di San Francisco

L'estate addosso

01.09.2016 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Ci sono estati che difficilmente si dimenticano, soprattutto quelle che uno vive intorno ai 18/20 anni. Proprio questo periodo della vita, a cavallo tra liceo e università, celebra Gabriele Muccino nel suo ultimo film, L’estate addosso. Storia di quattro ragazzi – un ragazzo e una ragazza italiani e una coppia gay americana – che contro ogni previsione stabiliscono un legame di amicizia fortissimo durante un mese di convivenza a San Francisco, mese nel quale i rapporti cambieranno, equilibri si spezzeranno, e tutti matureranno a loro modo.



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L’estate addosso è un film curioso. Recitato in due lingue, ma principalmente in inglese, unisce l’anima italiana e quella americana del suo regista, diviso ormai tra le due sponde dell’oceano. È scritto da Muccino stesso (con Dale Nall) ed è molto più focalizzato del previsto non sui sentimenti, ma sui sentimenti negati. Marco (Brando Pacitto) e Maria (Matilda Lutz) sembrano la perfetta coppia da film, gli opposti che si attraggono. In realtà la cosa è un po’ più complicata di così e c’è molta confusione sulla sessualità. Persino Matt (Taylor Frey) confessa di apprezzare le ragazze, anche se meno dei ragazzi, e di non aver scoperto di essere gay fino all’incontro con Paul (Joseph Haro).

La scrittura di Muccino adotta uno stile naturalistico, fatto di dialoghi credibili tra i quattro protagonisti, che passano le loro giornate di vacanza chiacchierando del più e del meno in libertà, senza eccessive forzature “da film”. Peccato, dunque, che a un certo punto, quando evidentemente si è reso conto che doveva stringere e ricavare un qualche senso da quanto detto fino a quel momento, Muccino abbia cominciato a forzare la mano, includendo una serie di confronti troppo artificiosi e una risoluzione finale eccessiva, che ricalca molte conclusioni di film di viaggio – e che non riveleremo qui – ma che in L’estate addosso non pare per nulla guadagnata, ma incollata giusto per “dire qualcosa”. È come se Muccino avesse tentato la strada del cinema di Richard Linklater, forse l’autore migliore del cinema americano quando si tratta di “raccontare il nulla”, raccontare i momenti di transizione in maniera naturale, e negli ultimi venti minuti si sia spaventato e sia corso ai ripari.



A parte questo, e la voce off di Pacitto che spara, purtroppo, ovvietà pseudo-poetiche da commedia teen anni ’90, il film regge piuttosto bene per tutta la parentesi ambientata a San Francisco e delinea abbastanza bene i quattro protagonisti, concedendosi anche il lusso di una digressione ben fatta per raccontare l’inizio della storia d’amore tra Matt e Paul. Qualche cliché in meno e un terzo atto più ragionato avrebbero fatto bene al film, che comunque non mancherà di diventare un cult tra i teenager.

L’estate addosso, in uscita il 15 settembre, è distribuito da 01. Qui il trailer.

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