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Levity

Ed Solomon, già sceneggiatore di commedie leggere e divertenti (Super Mario Bros., Man in Black, Charlie's Angels), debutta in sala come regista con la storia di un ex-galeotto in cerca di redenzione.

Levity

12.04.2007 - Autore: Fabio Di Monte
Quel ritaglio di giornale sulla spoglia parete di una cella, in un carcere di massima sicurezza, è l'inizio di una storia mai raccontata, ma non per questo unica. Il cast, di qualità notevolmente alta, ha permesso al film di mantenere un livello medio-alto contrastando il ritmo mancante in tutto il film e la totale casualità degli avvenimenti raccontati.   Ed Solomon, già sceneggiatore di commedie leggere e divertenti (Super Mario Bros., Man in Black, Charlie's Angels), debutta in sala come regista con la storia di un ex-galeotto in cerca di redenzione, un'esile speranza, tutto ciò che gli rimane dopo essere stato rilasciato in "libertà".   Manual Jordan (Billy Bob Thornton, prima uomo che non c'era per i fratelli Cohen poi "bandito" in coppia con Bruce Willis) esce di prigione dopo 20 anni dall'omicidio di Abner Easley, giovane cassiere di un supermarket di periferia, e tutto ciò che ha con sé sono una valigia con qualche vestito e un ritaglio di giornale con la foto ingiallita di Abner, una sorta di monito per non dimenticare il passato. Non gli rimane che tornare in città, incontrare la sorella di Abner e "chiederle scusa" per quello che ha fatto 20 anni prima; niente di più semplice se non fosse per Miles (Morgan Freeman, da detective "capitale" per David Fincher al Dio di colore per una settimana di Jim Carrey), personaggio completamente avvolto nel mistero del suo passato, a quanto pare non molto dissimile da quello di Manual. Ad affiancare Miles ci si mette Sofia (Kirsten Dunst, la giovane giocatrice di Jumanji, nonché piccola vergine amante di Spiderman), una ragazza dalla vita difficile che cerca nell'alcool un po' di distacco dalla realtà. Tutto questo è nulla in confronto alla banale sbandata che Manual si prende per la sorella di Abner, Adele Easley (Holly Hunter, Always, Lezioni di Piano, Fratello dove sei?), che si conclude nella maniera più ovvia.   Una storia ricca di spunti, ma allo stesso tempo incapace ad approfittarne; troppe storie accavallate con Manual Jordan come unico fattore casualmente comune. Questo, però, senza nulla togliere all'abile mano del regista, che ha saputo trasmettere in alcune inquadrature più di quanto non dica da solo tutto il resto del film. Levity è senza dubbio un timido debutto, indicatore delle capacità di Ed Solomon ancora da scoprire.
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