Onirico e fluttuante, lì dove la consueta programmazione natalizia – con il suo esercito di cinepanettoni, alcuni dei quali camuffati sotto una diversa veste di prodotti nuovi – vorrebbe titoli sanguigni, ben ancorati al terreno e decisamente volgarotti. Leone nel basilico è invece un’opera sconnessa, pronta da un paio di anni ma in uscita solo adesso, stupefacente nel dare coerenza visiva e emotiva ad una trama che non ha nulla di lineare e a singole scene che sembrano microcosmi compiuti per senso e ritmo.
Procede così questa favola urbana, girata perlopiù in una Roma deserta ed estiva, asincrona rispetto alla temperatura del momento nel quale esce il film; che racconta la rinascita di una donna sola e vecchia. Così si sente la protagonista Maria Celeste (Ida di Benedetto), che per una serie di eventi imprevisti si troverà a fare da mamma, o da nonna, fuori tempo massimo, al piccolo figlio di una ragazza sbandata e costretta a prostituirsi (Catrinel Marlon).

Eppure, nonostante un quadro così drammatico, il film di Leone Pompucci non è una tragedia vera e propria, e nemmeno una commedia. Piuttosto siamo di fronte ad un genere melò, tra l’ironico e il visionario, che in ogni singola scena, rende credibile anche la più strampalata delle premesse. Come quella di un amore scoppiato in un attimo tra la prostituta Giulietta e un cliente, (Domenico Diele), senza forzare tuttavia i toni su un astuto sentimentalismo, meccanico e poco credibile.
Qui tutto ha un suo realismo, certo poetico e stralunato, ma con dietro sempre un'impressione di realtà umana, di umori solidi, che rendono il film compatto e affascinante al tempo stesso. Che dire, Leone nel basilico, non assomiglia a niente che si è visto di recente in tema favolistico nel nostro cinema. Ha piuttosto un suo respiro e un proprio senso per l’inquadratura, davvero speciale.
Di sicuro, è un prodotto che vive solo dei suoi magnifici attori, e soffre a volte di una struttura da road movie priva di avventure vere e proprie che rischia di soffocare nel proprio tono visionario e profondo. Ma sono dettagli. Fatevi quindi un regalo per le feste, e andate a vedere questo piccolo grande film.
Leone nel basilico è in uscita giovedì 10 dicembre distribuito da Microfilms
Procede così questa favola urbana, girata perlopiù in una Roma deserta ed estiva, asincrona rispetto alla temperatura del momento nel quale esce il film; che racconta la rinascita di una donna sola e vecchia. Così si sente la protagonista Maria Celeste (Ida di Benedetto), che per una serie di eventi imprevisti si troverà a fare da mamma, o da nonna, fuori tempo massimo, al piccolo figlio di una ragazza sbandata e costretta a prostituirsi (Catrinel Marlon).

Eppure, nonostante un quadro così drammatico, il film di Leone Pompucci non è una tragedia vera e propria, e nemmeno una commedia. Piuttosto siamo di fronte ad un genere melò, tra l’ironico e il visionario, che in ogni singola scena, rende credibile anche la più strampalata delle premesse. Come quella di un amore scoppiato in un attimo tra la prostituta Giulietta e un cliente, (Domenico Diele), senza forzare tuttavia i toni su un astuto sentimentalismo, meccanico e poco credibile.
Qui tutto ha un suo realismo, certo poetico e stralunato, ma con dietro sempre un'impressione di realtà umana, di umori solidi, che rendono il film compatto e affascinante al tempo stesso. Che dire, Leone nel basilico, non assomiglia a niente che si è visto di recente in tema favolistico nel nostro cinema. Ha piuttosto un suo respiro e un proprio senso per l’inquadratura, davvero speciale.
Di sicuro, è un prodotto che vive solo dei suoi magnifici attori, e soffre a volte di una struttura da road movie priva di avventure vere e proprie che rischia di soffocare nel proprio tono visionario e profondo. Ma sono dettagli. Fatevi quindi un regalo per le feste, e andate a vedere questo piccolo grande film.
Leone nel basilico è in uscita giovedì 10 dicembre distribuito da Microfilms