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L'acchiappasogni

Il film è un riuscito cocktail in cui ha mescolato tutti i suoi temi preferiti: l'amicizia, l'infanzia perduta, la scoperta di sé stessi; il tutto, ovviamente, condito con una generosa dose di brividi e sangue.

acchiappasogni

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
di Lawrence Kasdan; con Morgan Freeman, Thomas Jane, Tom Sizemore, Jason Lee Timothy Oliphant.   Stephen King, indiscusso re del romanzo horror americano, è un autore decisamente troppo prolifico, ma allo stesso tempo capace di sfornare di tanto in tanto delle piccole "perle" di narrativa; negli ultimi anni una di queste è stata senza dubbio "L'Acchiappasogni", riuscito cocktail in cui il mago del brivido ha mescolato tutti i suoi temi preferiti: l'amicizia, l'infanzia perduta, la scoperta di sé stessi; il tutto, ovviamente, condito con una generosa dose di brividi e sangue.   Il romanzo sopra menzionato si è distinto rispetto alla solita produzione di King in quanto capace di affascinare lo spettatore con la sua atmosfera sospesa ed il suo racconto incalzante, soprattutto nella seconda parte.   La peculiarità principale delle pagine scritte era quella poi di contenere, soprattutto nel confronto tra il protagonista Jonze e l'entità aliena infiltrata nella sua mente, un fascino trascendente ed ipnotico. Ebbene, tutti i pregi contenuti nel romanzo sono andati persi nella sceneggiatura scritta da Lawrence Kasdan e William Goldman, due dei migliori scrittori che il cinema americano degli ultimi trent'ani ha conosciuti.   Limitandosi a trasporre sullo schermo il mero intreccio narrativo, impoverendolo perciò di tutte le fascinazioni contenute nella descrizione (soprattutto psicologica) dei personaggi, gli autori dello script sono ahinoi riusciti a tirare fuori il peggio dal manoscritto originale, rendendo "L'Acchiappasogni" un film divertente da vedere e parzialmente interessante nelle premesse, ma assolutamente vuoto nei contenuti e dimenticabile in fretta.   In particolare l'attenzione verso i protagonisti è stata del tutto scarsa: il legame che stringe i quattro amici ed il loro compagno Duddits viene banalmente semplificato fino a diventare uno stucchevole artificio narrativo; ed anche il pazzo militare Curtis (che nel romanzo, ironia di King, si chiama Kurtz) mon ha alcuno spessore come "cattivo" di turno; anche la scelta degli attori non ha favorito di certo una migliore possibilità di affezionarsi ai personaggi: Thomas Jane è imbambolato come pochi attori americani sanno essere; Morgan Freeman è del tutto fuori ruolo, assurdo nella sue sopracciglia posticce; unico a salvarsi il solito Tom Sizemore, caratterista meritevole di ben altre parti.   Lawrence Kasdan, in passato regista di opere da moi adorate come "Il Grande Freddo" (The Big Chill, 1983), "Turista per Caso" (The Accidental Tourist, 1988) o "Grand Canyon" (id., 1991) si limita a mettere in scena un compitino ben eseguito, aiutato dalla buona confezione tecnica del prodotto, soprattutto per quanto riguarda la fotografia di John Seale.   Che dire ancora? Aspettiamo fiduciosi che il regista riprenda strade meno commerciali e più personali (vedi il suo precedente e delizioso "Mumford", id., 2000), e non senta più la necessità di confrontarsi con un prodotto troppo commerciale. Il cinema vero di Kasdan è altro, non certo l'action-movie condito di alieni..