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La marcia dei pinguini

Arriva venerdì sugli schermi italiani il bellissimo e commovente documentario francese di Luc Jacquet che sta conquistando critica e pubbico di tutto il mondo

La marcia dei pinguini

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
La Marche de l’Empereur, Francia, 2005
Regia di Luc Jacquet
voce narrante di Fiorello


Il documentario di Jacquet racconta il viaggio dei pinguini dall’oceano verso un posto sicuro in cui poter accoppiarsi e procreare. Il percorso che porta sempre verso la stessa destinazione, il rito della ricerca del partner, l’accoppiamento, il concepimento dei nati e soprattutto le difficoltà causate dalla rigidità dell’inverno: tutto questo viene narrato attraverso la storia di questi buffi ma intrepidi animali, decisi ogni volta ad affrontare questa sfida annuale per poter sopravvivere nel più ostile dei climi.

Partiamo immediatamente dall’unico difetto di questo godibilissimo documentario “drammatizzato”, ideato e diretto da Luc Jacquet: difetto che dovremo purtroppo sopportare soltanto nelle nostre sale, in quanto si tratta del doppiaggio. L’idea di base di affidare alla voce narrante a Fiorello non sarebbe stata poi del tutto sbagliata: ma perché rendere la sua voce assoluta protagonista dell’operazione, quando in originale non era così?

Nell’edizione francese le voci narranti sono quelle di Charles Berling, Romane Bohringer e Jules Sitruk, che si dividono i rispettivi ruoli di pinguini adulti - maschi e femmine – e nuovi nati. Noi invece saremo costretti ad ascoltare Fiorello che in molti momenti sembra scimmiottare il tutto con imitazioni fuori luogo di voci femminili o fanciullesche. Ci domandiamo: ma quale può essere l’acuta strategia di marketing che farà guadagnare più soldi alla pellicola attraverso questa dubbia scelta di gusto, che per di più in non pochi momenti sembra prendere involontariamente in giro quanto le suggestive immagini ci mostrano?

A parte dunque il discutibile doppiaggio, “La marcia dei pinguini” è un film assolutamente godibile, quanto non addirittura commovente: grazie all’assistenza di un grandioso lavoro di montaggio – Sabine Emiliani -  ed un’altrettanto efficace scelta delle musiche – Emilie Simon -  il regista e sceneggiatore mette in piedi un’opera che sa di epopea vera e propria: la lotta contro il clima radicalmente ostile dell’Antartico, a cui si contrappone la poesia della stessa natura creatrice, rende questo documentario una chicca imperdibile.

All’interno di un genere come il documentario, che fortunatamente negli ultimi anni sta trovando maggiore spazio nelle sale internazionali e soprattutto maggiore attenzione da parte di tutta una serie di produzioni, questo “La marcia dei pinguini” si segnala come interessante e riuscito tentativo di costruire una vicenda “drammatica” insieme alla semplice testimonianza della ripresa. Divertente e poetico, il lavoro di Jacquet sta giustamente portando al cinema un gran numero di spettatori: basti pensare che soltanto negli Stati Uniti ha incassato più di 70 milioni di dollari. Non possiamo che esserne felici!
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