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La finestra di fronte

Dopo il successo de "Le fate ignoranti", torna il regista italo-turco Ferzan Ozpetek con un film sul recupero della vita comune, sull'immaginazione dell'amore e le sue responsabilità.

lafinestradi fronte

12.04.2007 - Autore: Claudia Panichi
A volte è proprio così: se ci si sofferma ad osservare una finestra si vedono scorrervi vite, storie, personaggi, che immediatamente ti catturano e ti tengono inchiodato a spiare proprio la finestra che hai di fronte. E Ferzan Ozpetek, un uomo che ama osservare la vita, per il suo nuovo film ha deciso di mettere la macchina da presa davanti ad una finestra e di raccontare proprio lì il presente, il passato e il futuro di uomini alla ricerca della propria identità personale.   Dopo il successo de Le fate ignoranti di due anni fa, preceduto da Harem suare e Il bagno turco, il regista di origini turche Ferzan Ozpetek ci riprova con una storia che sa di vita reale e che trae spunto da un incontro che Ferzan ebbe allincirca 12 anni fa, quando conobbe un vecchio per strada che gli chiedeva dove si trovava e non sapeva dove andare.   Le case raccontate da Ferzan sono quelle di Giovanna (Giovanna Mezzogiorno), sposata da otto anni con Filippo (Filippo Nigro), madre di due figli, che conduce una vita di rinunce e sacrifici, e la casa di fronte di Lorenzo (Raoul Bova), bancario, solo e dolcemente romantico. Si osservano, si scrutano dalle loro finestre e finiranno incidentalmente per incontrarsi e vivere insieme una dolorosa ma affascinante ricerca: scoprire chi sia un signore molto anziano e distinto (Massimo Girotti) che ha perso la memoria, non sa più chi è, né da dove venga e chiede loro aiuto.   La soluzione dellenigma è contenuta in una dolorosa lettera damore vissuta dallanziano Davide quando era giovane, nella Roma delle persecuzioni razziali contro gli ebrei. Giovanna e Lorenzo, quasi senza rendersene conto, iniziano a parlare tra loro damore usando le parole di quelluomo misterioso e così lindagine sulla sua memoria perduta diventa unindagine sulla propria personale smemoratezza sentimentale. La vita nascosta di Davide finirà per influenzare quella di Giovanna più di quanto lei avesse creduto.   Il film si snoda così tra vari livelli di realtà. Una vita immaginata, come vista da una finestra, e una vita più dura che vuole fuggire dalle stereotipate convenzioni rimanendone tuttavia intrappolata.   I personaggi, tranne Massimo Girotti che ha evidenziato a pieno tutti i chiaroscuri del suo Davide, sembrano come intrappolati nei propri ruoli, resi forse troppo meccanici da un eccessiva ricerca di armonia perfetta. Sarebbero dovuti emergere più prorompenti sentimenti quali amore e dolore, forza e dolcezza. Il dolore e le calde emozioni che una storia così avrebbe dovuto suscitare, forse non si avvertono mai del tutto.   Tra la Roma di oggi e quella del 43, nella pellicola si alternano i fantasmi della guerra, delle deportazioni, lomosessualità nascosta, la vita ordinaria, il rapporto esaustivo con il proprio partner e il fuoco di un amore clandestino.   Forse un eccessiva commistione di generi che non ha permesso di focalizzare sullidea maestra del film, quella di non rinunciare mai ai propri sogni e impulsi vitali.
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