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La fine è il mio inizio - La nostra recensione

Il testamento spirituale di Tiziano Terzani diventa un film

La Fine è il mio Inizio - Bruno Ganz e Elio Germano

01.04.2011 - Autore: Alessandro De Simone
Giornalista di altissimo livello, inviato per anni nel sud-est asiatico e in estremo oriente per testate prestigiose italiane e internazionali, Tiziano Terzani è stata una delle penne più attente e brillanti del nostro giornalismo, ma soprattutto un personaggio davvero particolare, per le sue idee e il suo modo di vivere dopo avere lasciato la professione.
Diagnosticatogli un tumore prima dei sessant’anni, Terzani ne passa tre in meditazione in Tibet e poi torna in Italia, in Toscana, in attesa della morte. Negli ultimi mesi di vita vuole al suo fianco il figlio Folco, per dettargli quello che è di fatto il suo testamento spirituale, “La fine è il mio inizio”, diventato poi un bestseller da mezzo milione di copie vendute solo in Italia.

Bruno Ganz è Tiziano Terzani in La fine è il mio inizio

Il romanzo è diventato oggi un film, diretto dal regista tedesco Jo Baier e interpretato da Bruno Ganz ed Elio Germano nei ruoli di padre e figlio Terzani. Un omaggio al grande giornalista e soprattutto alla sua spiccata spiritualità che ha contraddistinto gli ultimi anni della sua vita, peccato che il risultato finale non rende un buon servigio alla figura di quest’uomo.
Il Terzani cinematografico di Ganz, infatti, sembra più un santone che parla e vive per frasi fatte e banalità trascendentali, risultando alla fine più irritante che d’ispirazione, a causa delle lunghe tirate sull sogno interrotto di Mao, sul neocapitalismo della nuova Cina, sull’elevazione dello spirito e la poca importanza che le cose materiali hanno nei confronti di quelle che fanno di noi delle essenze destinate a viaggiare verso lidi ultraterreni, continuando il nostro viaggio oltre la vita.

Elio Germano e Andrea Osvart in La fine è il mio inizio

Insomma, tutto molto bello, ma c’è anche un disagio di fondo che non ti abbandona per tutta la visione del film, ovvero che l’elevato Terzani avesse raggiunto, più che una profonda consapevolezza dell’Io, un’eccezionale misura dell’ego. Effetto probabilmente causato dalla eccezionale statura attoriale di Bruno Ganz rapportata a un Elio Germano che lavora sin troppo di sottrazione, finendo con l’essere una figura filiale quasi completamente svuotata di ogni significato, se non quello di riportare al mondo il pensiero di suo padre.
Inoltre, la regia didascalica e a tratti stucchevole e il doppiaggio aiutano poco a entrare nel film, ma ciò nonostante "La fine è il mio inizio" ha sempre dalla sua la forza delle parole di un grande narratore e affabulatore. Per chi le sa ascoltare, sarà senz’altro una visione dalle suggestioni profonde.

La pellicola è distribuita nelle sale da Fandango

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