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LA FAMIGLIA DEL PROFESSORE MATTO

LA FAMIGLIA DEL PROFESSORE MATTO

LA FAMIGLIA DEL PROFESSORE MATTO, vhs

19.04.2001 - Autore: Fabrizio Marchetti
PROFILO CRITICO Nel 1996 uscì nelle sale Il professore matto, una commedia divertente che, attraverso un minuzioso lavoro di make up, proponeva come pezzo forte un Eddie Murphy in grado di interpretare perfettamente una miriade di personaggi diversi. Il risultato non fu affatto male: se in definitiva si trattava dellennesima variante del dottor Jeckill e Mister Hide, era pur vero che siffatta versione comico- farsesca del classico di Stevenson in più di unoccasione spingeva lo spettatore a sbellicarsi dalle risate. In assoluto una delle trovate più esilaranti della pellicola di Shadyac era individuabile nella breve ma incisiva sequenza della cena familiare: gag a ripetizione, battute allucinanti, ironia da paradosso per descrivere le assurde personalità di mamma e papà Klump, il pestifero Ernie e la focosa Nonna. A distanza di quattro anni, il sequel era quasi dobbligo stando alla logica economica della Hollywood dellintrattenimento. Se un film riscuote successo al botteghino, è prevedibile che analoga sorte toccherà al suo seguito. E perché non incentrare il prodotto proprio su quel Clan che ha tanto divertito? Nasce così La famiglia del professore matto diretta da Peter Segal, il regista del terzo (e più debole) episodio della serie Una palottola spuntata. Va da sé che il prodotto questa volta risente di uneffettiva mancanza della novità: le battute cambiano, le situazioni fanno sorridere ma la dimensione pseudo demenziale basata sulla gagliarda volgarità del primo film spesso non riesce a centrare il bersaglio. La bravura istrionica di Murphy rimane comunque indiscutibile e va ben oltre la versatilità di dover sottoporsi in continuazione ad estenuanti sedute di trucco. Valanghe di lattex e gommapiuma, tute e parrucche speciali sono solo la cornice (se pur encomiabile, dato il lavoro del geniale Rick Baker) di un intenso lavoro recitativo, volto a conferire credibilità assoluta allassunzione di ruoli diversi. Una qualità, quella dellenergico attore americano, che da sola riesce a mantenere alta lattenzione del pubblico e già di per sé vale il prezzo del biglietto. Del resto, molto indicative sono le note di produzione che anche in questo caso vedono Jerry Lewis nelle vesti di principale finanziatore della pellicola.