NOTIZIE

La casa dei libri, la recensione del nuovo film di Isabel Coixet

Da un romanzo di Penelope Fitzgerald, una storia di passione e lettura. Per riscoprire il fascino della carta stampata

coixet

25.09.2018 - Autore: Gian Luca Pisacane
L’importanza del linguaggio, la passione per la lettura. Ad Hardborough, un paesino sulla costa inglese, i libri non sono visti di buon occhio. Siamo alla fine degli anni Cinquanta, la guerra è finita da poco, e gli uomini sembrano non avere tempo per le storie di fantasia. Alcuni pensano che i romanzi abbiano uno spirito troppo progressista, che mette in pericolo la tradizione, le regole a cui il mondo intero dovrebbe attenersi.

Il pescatore non legge: si addormenta dopo poche righe. Chi è di buona famiglia preferisce che il “popolo” sia ignorante, per dominarlo con le proprie idee. In pochi amano davvero le avventure, le raccolte di poesie e i saggi. Soltanto un “eremita” che vive sulla collina va controcorrente. Divora volumi dall’alba al crepuscolo, e sostiene che tutte quelle opere non possono avere un autore, perché vengono da un’altra dimensione. Brucia le copertine con i ritratti di Hemingway o Wilde: vuole conservare l’essenza di ogni pagina, senza associarla a volti o persone.



Vai su Tuttolibri e trova il libro che fa per te!

In La casa dei libri, la rivoluzione si fa con la cultura, aprendo una libreria nel centro del paese. A sconvolgere è la forza dei capolavori che vende. In vetrina troneggia Lolita di Nabokov, che i benpensanti non possono accettare. E Fahrenheit 451 di Ray Bradbury spaventa per il suo animo sovversivo. Il bookshop a cui fa riferimento il titolo originale è la porta per una nuova epoca. Il conflitto mondiale è alle spalle, ora è tempo di rialzarsi, di dimenticare i bombardamenti e tornare padroni delle proprie esistenze.

In mezzo a quegli scaffali polverosi nascono nuovi amori, come in Strange Birds, con un grande Jean Sorel, che nel film corteggiava una giovane Lolita Chammah. Anche tra i manuali di filosofia i sentimenti possono trionfare, parola di Fred Astaire e Audrey Hepburn, che in Cenerentola a Parigi (1957) flirtavano nei panni di un fotografo e di una commessa/mannequin per la regia di Stanley Donen.



Qui il vero protagonista è il fascino dell’inchiostro, il profumo della carta stampata, un piacere che dovremmo riscoprire anche noi, in una società che preferisce gli e-book, disponibili su smartphone o tablet. La casa dei libri è un dramma in costume, che alcune volte sfiora anche la commedia. La macchina da presa segue la vicenda di una donna forte, carismatica, pronta a sfidare l’intera comunità pur di inseguire il suo sogno.

La regista Isabel Coixet torna a occuparsi di personaggi femminili. In Nobody Wants the Night, film di apertura alla Berlinale di tre anni fa, aveva messo in scena la solitudine di una moglie, abbandonata da un marito ambizioso alla costante ricerca del successo. In La mia vita senza me e Lezioni d’amore aveva narrato la malattia che distrugge il rapporto di coppia, il sentimento che viene spento da un destino beffardo. Qui i toni sono più leggeri, e a vincere è il coraggio di chi sembra più fragile, l’agnello che si trasforma in un leone.

La casa dei libri arriva nei cinema dal 27 settembre distribuito da BIM.