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La bestia nel cuore

Commuove il film della Comencini. Prima pellicola di valore dopo una serie di delusioni troppo cocenti perché il Festival di Venezia ed i suoi organizzatori non possano non prenderne atto

la bestia nel cuore

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
Regia di Cristina Comencini
con Giovanna Mezzogiorno, Alessio Boni, Stefania Rocca, Luigi Lo Cascio, Angela Finocchiaro, Giuseppe Battiston, Francesca Inaudi

Ed ecco finalmente il film italiano che non ti aspetti, prima pellicola di valore dopo una serie di delusioni troppo cocenti perché il Festival di Venezia ed i suoi organizzatori non possano non prenderne atto. Per quanto riguarda questo commovente “La bestia nel cuore” possiamo senza dubbio parlare di gradita sorpresa, perché dopo l’aurea mediocritas de “Il più bel giorno della mia vita” (id., 2002) da Cristina Comencini proprio non ci aspettavamo un’opera così compatta, funzionale, precisa nella descrizione psicologica dei personaggi e nella strutturazione della storia: già, perché il maggior pregio de “La bestia nel cuore” è proprio quello di raccontare finalmente una macro-storia, una vicenda “forte” in grado di muovere con logicità e pathos i  personaggi che mette in scena; la tensione narrativa della pellicola si snoda con efficacia per almeno tre quarti della sua durata, calibrando in maniera organizzata momenti melodrammatici ad altri più leggeri. Molta della riuscita del lungometraggio è quindi dovuta alla coralità ed alla fluidità del racconto in cui si inseriscono le ottime interpretazioni di un cast estremamente affiatato: dalla Mezzogiorno alla Rocca, da Lo Cascio alla Finocchiaro, tutti contribuiscono con un’interpretazione di sorprendete sottigliezza; in particolare Alessio Boni si dimostra capace di tutta una serie di mezzi toni che ne avvalorano le capacità d’attore.

Unico difetto della pellicola sta forse nella sceneggiatura, che in gran parte mantiene un’omogeneità sorprendente e poi in qualche modo perde d’incisività nella parte finale: sembra infatti che il film si prolunghi un po’ troppo oltre il necessario, mentre la tensione del racconto e della messa in scena si erano già esaurite con lo scioglimento della vicenda che reggeva le problematiche dei personaggi protagonisti.    

In un panorama nazionale che in questo periodo non lascia scampo alla depressione, “La bestia nel cuore” è da considerarsi un’opera decisamente al di sopra della media qualitativa attuale. Lucido, preciso nelle descrizioni psicologiche ed emotive, il film si presenta come un melodramma di solida consistenza. La comencini, ancora un po’ acerba nel dare una certa coerenza estetica all’opera, si dimostra però fine indagatrice dell’animo umano, e riesce nell’impresa – per il nostro cinema – ardua di farci appassionare a quanto viene messo in scena. Un cinema dunque di storie e di sentimenti. Sembra quasi una rarità.