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Jurij

Jurij

Jurij

04.12.2001 - Autore: Domitilla Ferrari
Con Rajmond Onodj, Charles Dance, Fabrizia Scacchi Italia, 2001     La storia di Jurji racconta il difficile rapporto col mondo esterno di chi, non per scelta, è costretto a viverne lontano. Jurij è un bambino di 10 anni, ipovedente, con un grande talento musicale.   La storia non è quella di un bambino menomato da una malattia, piuttosto dalla rigidità delleducazione impostagli. Il suo talento è ostacolato, infatti, non solo fisicamente ma soprattutto moralmente, e la sua affermazione avverrà solo liberandosi dalle costrizioni del padre che lo ha segregato in una stanza senza contatti con il mondo esterno, predestinandolo a diventare il perfetto violinista.   Schiavo, non dell\'handicap ma piuttosto del suo talento, Jurij è smarrito in un labirinto armonico, ma in grado di trovare la forza per lottare e affermarsi, riconquistando la propria identità di bambino e la propria libertà espressiva e creativa. E\' un percorso doloroso, segnato da un silenzio volontario, frainteso come malattia. Ma il silenzio di Jurij è invece annuncio di rivelazioni (il silenzio si stese sull\'universo prima della creazione), è la gestazione di eventi, segna un progresso: è una scelta volontaria che non si chiude alla vita ma ne prepara un\'esplosione.   La vicenda è commovente: Jurij è pronto, a giudizio del padre, a rivelare pubblicamente il suo sublime talento, ma al momento del concerto, in diretta radiofonica internazionale, Jurij non suona. Il padre, furioso per il suo fallimento, lo abbandona al suo destino, come un giocattolo rotto, lasciandolo in una notte di pioggia, in mezzo alla campagna ungherese dove verrà ritrovato in stato di apparente autismo.   E\' a questo punto che nella vita di Jurij, ormai destinato al cronicaio, appare una giovane psicoterapeuta italiana in missione a Budapest, che riesce a stabilire un contatto con il bambino, aprendo le porte alla speranza e portandolo con sé in Italia. La crescita emotiva di Jurij è drammaticamente interrotta dall\'arrivo del padre, che riporta il bambino con sé in Ungheria, facendolo ripiombare nell\'angusta dimensione musicale.   A Jurij, smarrito di nuovo nel labirinto oscuro, non resta che cedere alle imposizioni paterne e prepararsi, di nuovo, per il concerto di debutto. E\' il gran giorno: l\'Auditorio del Conservatorio di Budapest è affollato in ogni ordine di posti da spettatori incuriositi dal fenomeno del bambino non vedente, violinista prodigio. Eseguirà la Ciaccona di Tommaso Antonio Vitali, accompagnato dall\'Orchestra Ungherese, nella più rigorosa, pura e sublime delle interpretazioni. Il Prof.K, ne è garante. La platea ammutolisce, il concerto ha inizio e Jurij si rivela perfetto strumento della volontà del padre, eseguendo con assoluta perfezione la partitura. Ma l\'improvviso arrivo di Isabella, percepito istintivamente da Jurij, scatena la reazione del bambino: d\'incanto, comincia a suonare la sua musica, partorita dal suo amore per la natura. Il Prof.K è allibito, Isabella s\'illumina di commozione, l\'orchestra, dapprima ammutolita, si lascia poi trascinare entusiasta dal suo violino solista. Il padre, annichilito dalla sconfitta, abbandona l\'Auditorio, mentre il pubblico omaggia con un applauso travolgente il piccolo-grande violinista. Da ora in poi sarà lui, Jurij, a compiere i suoi passi verso il suo futuro.      
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