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Io, robot

Da un racconto di Asimov, Will Smihh e un grande budget per la messa in scena adrenalinica e poderosa di un action-movie ambientato nel futuro e diretto da Alex Proyas.

I robot

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
I, robot. Usa, 2004; di Alex Proyas; con Will Smith, Bridget Moynahan.   Chicago, 2035. I robot sono ormai entrati nella vita comune degli esseri umani, come automi al servizio dei propri padroni. Grazie alla presenza di tre leggi robotiche fondamentali, in nessun modo un robot potrà mai ribellarsi o recare danno ad un essere umano. Cos’ però non la pensa il detective De Spooner (Will Smith), detto “Spoon”. A causa di un non precisato incidente avvenuto anni addietro, il poliziotto è ossessionato dalla presenza dei robot e dalla possibilità che questi commettano dei crimini. Quando l’inventore della moderna robotica Alfred Lanning (James Cromwell) si suicida gettandosi dalla finestra del proprio ufficio, Spooner capisce immediatamente che qualcosa non va. Ben presto le tracce sembrano portare ‘proprio ad un aneroide, presente nell’ufficio del dottore al momento della sua morte. Aiutato dalla dottoressa Susan Calvin (Bridget Moynahan), il detective sospetta dal capo della compagnia per cui Lenning lavorava, Lawrence Robertson (Bruce Greenwood), pronto a gettare nel mercato tutta una nuova serie di robot…   Pensate alla prosa lineare e filosofica di un genio della letteratura fantastica come Isaac Asimov. Pensate al suo scrivere sapiente, profondo, capace di trovare il senso del metafisico attraverso la fantascienza. Pensate a tutto questo, e dimenticatevene in fretta se volete andare a vedere “Io, robot”. Il fatto che sia tratto da un racconto del grande scrittore di origine russa è pressoché un pretesto, e soprattutto con questo prodotto al testosterone viene completamente travisato tutto il messaggio filosofico (oseremmo dire esistenzialista) che il narratore originale intendeva far trasparire dalle proprie pagine. Con il film di Proyas ci troviamo di fronte alla messa in scena adrenalinica e poderosa di un action-movie ambientato nel futuro, dove rimane un minuscolo accenno al dilemma dell’umanità delle “macchine pensanti”, e tutto il resto è effetti speciali e corse in automobile (o motocicletta, ce n’è per tutti i gusti). Ebbene, anche se non fosse per questa becera sopraffazione di Asimov, la sceneggiatura scritta da Akiva Goldsman – premio Oscar per lo script adattato di “A beautiful mind” – fa acqua da tutte le parti, sia nella connessione logica degli eventi che nel tratteggiare dei personaggi con un minimo di profondità psicologica; soprattutto il protagonista, interpretato da un Will Smith che altrove ha dato prova di grande talento d’attore, ma non qui, non ha alcuna caratterizzazione “forte”, e serve come puro pretesto per far accadere le scene d’azione. Rimane l’indubbia professionalità di Proyas alla regia e la sua sapienza nel costruire mondi futuri inquietanti e notturni. Rimane anche il bel visino spigoloso di Bridget Moynahan. Rimane soprattutto il dubbio che i 140 milioni di dollari di budget siano un’enormità spesa un po’ a casaccio, capace a malapena di tappare con la fragorosa resa visiva degli F/X la penuria di idee che il film contiene. Puro spettacolo di intrattenimento, ma stavolta sembra davvero poco…
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