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Into the Inferno: Werner Herzog nel cuore dei vulcani – La nostra recensione

Il cineasta tedesco torna al documentario con un'opera evocativa e visivamente sorprendente

Into the Inferno

17.10.2016 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
È cinema che si nutre di straordinarie digressioni quello di Into the Inferno, ultima prova documentaristica di Werner Herzog che ci porta nel cuore dei vulcani. Non solo in senso stretto, ma anche metaforico, perché esplora come e quanto i vulcani abbiano avuto un impatto sulla cultura e la vita umana. Dai deserti dell'Etiopia, dove Herzog riprende gli scavi di resti umani fossilizzati, alla Corea del Nord, sul sito di un vulcano ritenuto sacro (segmento che è anche il pezzo forte del film, nel ventre del paese più inaccessibile al mondo), passando per l'inevitabile Islanda, Herzog viaggia insieme al co-regista e vulcanologo Clive Oppenheimer alla scoperta di quanto i vulcani abbiano modellato la storia della nostra specie.

 
È un viaggio altamente spettacolare: le immagini toccano vette di terrificante maestosità, tra riprese dal vivo e immagini di repertorio, ma ciò che affascina di più è l'abilità con cui Herzog riesce a fluttuare tra il grande e il piccolo, tra l'assenza di vita della roccia e il pullulare delle comunità umane disseminate sulle pendici dei vulcani. Che assumono il contorno di vere e proprie divinità, ed ecco un'altra interessante traccia del film: la ricerca del divino. Non a caso nel film, a un certo punto, si chiede “Dove vanno a finire le persone dopo la morte?”. “Nel vulcano”, risponde un capo villaggio intervistato.

 
Una ricerca, dunque, che trascende da subito i confini di pura curiosità scientifica e si fa riflessione su ciò che ci rende umani, la nostra incrollabile capacità di guardare in faccia l'inferno stesso e scrollarci di dosso la paura con qualche danza, continuando ad andare avanti anche quando si vive su un terreno minato. Un terreno transitorio, una sorta di ossimoro, ma in fondo è proprio quello che racconta Into the Inferno, e Herzog lo esplicita: tutto è transitorio, tutto cambia, si evolve, scorre come un fiume di lava. E tutto, un giorno, verrà disciolto, fuso, distrutto. Ma noi, nel frattempo, avremo vissuto.

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