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Intervista a Peter Cattaneo

Intervista a Peter Cattaneo

Festival Venezia

20.12.2001 - Autore: Leonardo Godano
Peter Cattaneo è timido e simpatico. Lo abbiamo incontato alla Mostra di Venezia. Era la prima volta che era ospite ad un Festival e la cosa si notava immediatamente. Dopo che nelle ultime 200 interviste gli avavano chiesto se sentisse il peso di Full Monty abbiamo evitato la più classica delle domande.   Lidea di Lucky break si ispira realmente a dei programmi di riabilitazione dei detenuti? Non del tutto. Io ho voluto raccontare una favola, anche se lidea è ispirata da un fatto realmente accaduto. Un giorno, una mia amica mi ha detto di esser stata in carcere ad assistere ad una rappresentazione teatrale di Bulli e Pupe interamente messa in scena da detenuti. Lidea mi è parsa subito favolosa, il resto del plot labbiamo costruito io e il mio sceneggiatore.   Che tipo di prigione ha voluto rappresentare? Ho visitato insieme al cast diverse penitenziari di massima sicurezza, proprio per partire da una base fedele alla realtà. Poi la storia, man mano che la scrivevamo, si avvicinava sempre di più alla fiction. Alla fine credo che quella rappresentata non è una vera prigione, ma è una favola romantica su un gruppo di persone senza speranza, che riescono a riscattarsi.   Come in Full Monty anche in Lucky break, la storia è incentrata su un gruppo di persone. Come mai non usa mai il singolo individuo? Adoro le dinamiche corali e mi piace lidea che il riscatto sociale possa avvenire anche attraverso il lavoro di un gruppo. La coesione di più personaggi allinterno di una storia è un elemento fiabesco e per me Lucky Break è una favola.   In entrambi i film il riscatto sociale del gruppo passa attraverso uno spettacolo, che valore attribuisce al teatro e alla danza? Lo spettacolo è uno strumento narrativo molto efficace. Ed è anche un pretesto scenico che mi piace usare. In Lucky break cè nelle corde del film una presa in giro del teatro classico britannico impostato da sempre su vecchi cliché.   La musica ha una presenza forte nei suoi film, come la sceglie? Mentre elaboro lo script e poi nella fasi successive, ascolto continuamente ogni tipo di musica dal Jazz, ai grandi classici, poi quando sento che una canzone appartiene ad una scena, la scelta cade da sola.   Progetti per il futuro? Farà un\'altra commedia su un gruppo di uomini? Ho un paio di idee per le mani. La più concreta è una storia molto triste ambientata in un bellissimo e desolato paesaggio australiano. Racconta le vicende di due ragazzi, che lavorano in una miniera.di più non posso dirvi è un segreto.