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Duramente criticato a Venezia, esce nelle sale italiane Imagining Argentina con Antonio Banderas ed Emma Thompson.

Imagining Argentina

12.04.2007 - Autore: Vanessa Bozzi
Buenos Aires 1976. In seguito ad alcuni articoli scritti suoi desaparecidos, la giornalista Cecilia Rueda (Emma Thompson) viene prelevata dalla sua casa e fatta scomparire Il marito Carlos (Antonio Banderas) direttore di un teatro per ragazzi e Teresa, la figlia adolescente (Leticia Dolera) si muovono attivamente per ritrovare Cecilia madre, ma sembra un'impresa impossibile. Ad aiutarli, ecco all'improvviso sogni e visioni che appaiono nella mente di Carlos. Gli basta toccare le mani dei parenti degli scomparsi per sapere la fine dei loro cari. Il suo dono è così tanto apprezzato da indurlo ad organizzare ogni martedì incontri nel giardino di casa sua per raccontare ai parenti dei desaparecidos la sorte dei loro congiunti. Meno intense però solo le immagini che riguardano sua moglie. Seguendo le tracce di alcune di queste visioni Carlos riesce ad avvicinarsi ai luoghi dove è rinchiusa la moglie, anche se a caro prezzo. La figlia viene anch'essa rapita e torturata, il teatro che dirige viene distrutto, in suoi amici vengono rapiti e uccisi.   In una sequenza di atrocità e visioni irreali si snodano la vicende, pare realmente accadute, di un uomo alla ricerca dei suoi cari, salvato e reso coraggioso da immagini di civette o di violenza.   Girato tra Argentina e Spagna, il film parte bene, la storia è affascinante e coinvolgente. Il regista Christopher Hampton dirige bene le sequenze. EmmaThompson trasforma con la sua maestria il set in un palcoscenico teatrale. Delude Banderas, reso in espressivo da una folta barba. Nel complesso il film è irreale, poco credibile a causa anche di imprecisioni e dettagli che lasciano basiti. Perché voler unire il Nazismo della Seconda Guerra Mondiale alle atrocità argentine del 1976? E come è possibile che una donna torturata, violentata, picchiata, annientata fisicamente e psicologicamente riesca a trovare la forze e l'energia per uccidere e scappare?   Sono troppi i dubbi che avvolgono chi vede il film ed è un peccato perché la storia è toccante, (basata su un racconto di Lawrence Thornton, vincitore del premio"Penna dell'America Centro Occidentale nel 1987). Peccato perché il tema non troppo sfruttato dei 30mila desaparecidos in Argentina dal 1976 al 1983 suscita ancora interesse nel pubblico, ma la lentezza di alcune scene ed elementi non coerenti rendono la pellicola non all'altezza delle aspettative.   Menzione d'onore va a Leticia Dolera la giovane attrice che interpreta Teresa Rueda, intensa nello sguardo prima impaurito, poi smarrito, infine terrorizzato