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Ilaria Alpi il piu' crudele dei giorni

Il 20 marzo 1994 la giornalista della Rai Ilaria Alpi e il cameraman Miran Hrovatin vengono uccisi a Mogadiscio da un commando somalo. Da questa vicenda ancora oscura è stato tratto questo film-verità.

Ilaria Alpi

14.04.2003 - Autore: Terry Marocco
regia di Ferdinando Vicentini Orgnani con Giovanna Mezzogiorno   Il 20 marzo 1994 la giornalista della Rai Ilaria Alpi e il cameraman Miran Hrovatin vengono uccisi a Mogadiscio da un commando somalo. Da questa vicenda ancora oscura è stato tratto questo film-verità, che, intanto, ha il pregio di regalarci una Giovanna Mezzogiorno, nei panni della Alpi, straordinaria, commovente, vera. Il film comincia dalla fine: l'esecuzione. Un impatto fortissimo, di grande realismo. Ferdinando Vicentini Orgnani, regista e sceneggiatore con Marcello Fois, ha detto di averla riprodotta «anastaticamente», dunque identica a come sarebbe avvenuta. L\'agguato, l\'urlo di Ilaria, gli spari e poi i corpi trucidati dentro la camionetta. La prima a filmare tutto fu la televisione svizzera. Il corpo di Ilaria Alpi riverso, dietro, con un camicione bianco, pantaloni arancioni e sandali, coperto di sangue. E poi l'intervento, non dei militari italiani, malgrado le bugie del generale Carmine Fiore, ma di Giancarlo Marocchino, un personaggio di cui non si è mai chiarita fino in fondo la posizione. «Il più crudele dei giorni», non è forse un grande film, ma ha il coraggio di raccontare una storia che resta piena di misteri sottolineando tutte le contraddizioni non risolte. La Alpi, è la tesi del regista e dei genitori della giornalista, fu eliminata dopo aver scoperto uno sporco traffico tra rifiuti tossici e armi. Rifiuti che i paesi del primo mondo non vogliono tenersi in casa e mandano in Africa, con l'aggravante di pagare il servizio in materiale bellico, proprio in terre dilaniate dalle guerre civili. Giovanna Mezzogiorno e Rade Sherbedgia (anche lui bravissimo e commovente), sono descritti durante il loro ultimo mese di vita. L'inizio dell'inchiesta della Alpi ce la mostra a Belgrado, e a Spalato, dove insegue pescherecci dalle tratte misteriose. Poi la storia sembra condurre in Somalia. La Alpi conosce bene quel paese, c'è già stata durante i bombardamenti americani e vuole tornarci ad ogni costo. Anche se la Rai non è disposta a darle i soldi, si accontenta di un budget limitato e recluta lei il cameraman. La Mezzogiorno ha dichiarato «di non aver voluto fare una imitazione, ma di aver interpretato Ilaria, il suo coraggio, la sua ambizione e l'amore per il suo lavoro». E i genitori l'hanno trovata straordinaria: «In certi momenti ci sembrava proprio lei». Il film, tuttavia, risente della lavorazione particolarmente complessa, faticosa. «Non è stato possibile girare in Somalia, troppo pericoloso. Così il set è stato realizzato in Marocco», dice il regista. «E\' una storia piena di vuoti, che abbiamo riempito con una verità possibile, attenti a mantenere un rigore narrativo. Tuttavia abbiamo subìto depistaggi, minacce, e gli strani comportamenti di alcune delle persone direttamente coinvolte». Questo si percepisce, nel film. Che emoziona soprattutto in questo momento in cui la guerra si dimostra di nuovo un brutale insieme di violenza e di menzogne ma sembra non decollare mai. Come se quella verità così impresentabile riuscisse a sfuggire un'altra volta.