NOTIZIE

Il quarto angelo

Un film sistematico, rigidamente inserito nei canoni del film d'azione, da cui il regista ha tentato di allontanarsi con un'unica scelta controcorrente, quella dell'attore protagonista.

Il quarto angelo

15.11.2001 - Autore: Mariachiara Tascione
Fino a che punto è lecito farsi giustizia da soli? Questo è, o almeno dovrebbe essere, lo spunto intorno a cui ruota lultimo film di Irvin, Il quarto angelo. Un film sistematico, rigidamente inserito nei canoni del film dazione, da cui il regista ha tentato di allontanarsi con ununica scelta controcorrente, quella dellattore protagonista. Irons infatti, con la sua fisicità, i gesti pacati, lo sguardo triste, evoca una sorta di intellettualità che non ci aspetteremmo dal protagonista di un film dazione, un Bruce Willis in canotta bruciacchiata, ad esempio. Per il resto, il film si svolge esattamente come da copione: una grande, ingiusta perdita, un uomo normale e fondamentalmente mite che diventa un giustiziere, lo scontro con la polizia vista come alleata e come nemica. Il tema del giustiziere è forse abusato nel cinema, ma Irons ci presenta finalmente un nuovo punto di vista allinterno del luogo comune: quello delluomo messo di fronte alle sue responsabilità e alle sue scelte, consapevole che da queste dipenderanno il suo futuro, la sua dignità, il suo stesso modo di essere. Ci sono scelte fatte le quali non si torna più indietro. Il protagonista tenta di elevarsi al rango di super eroe (non a caso in tutte le scene di vendetta Elgin-Irons indossa sempre una moderna tuta da motociclista, che ricorda un po luniforme degli eroi dai mitici poteri di una volta), ma luomo comune, luomo che vuole potersi guardare allo specchio alla fine ha il sopravvento. Per il resto, piccola nota critica, i luoghi comuni del genere ci sono tutti: il bambino, il poliziotto burbero e alleato, lamica un po strana con conoscenze altolocate, la barca simbolo di unione familiare su cui rifugiarsi a tentare di ricostruire una sorta di vita normale.