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Il "Partigiano Johnny", storia di uomo

La Resistenza italiana vista attraverso gli occhi di un giovane partigiano

Il partigiano Johnny

14.04.2003 - Autore: Valentina Bisti
Johnny, studente di letteratura inglese, ritorna ad Alba all\'indomani dell\'8 settembre. Abbandonati gli studi per combattere il regime antifascista, parte solitario per le Langhe, dove si unisce casualmente alla brigata Garibaldi. La vita del partigiano è completamente diversa dall\'avventura poetica che si era immaginato. Alla fine dellinverno sarà uno dei pochi a sopravvivere della sua brigata.   Il commento In concorso allultimo Festival di Venezia, \"Il partigiano Johnny\" è tratto dall\'omonimo capolavoro incompiuto di Beppe Fenoglio. Guido Chiesa propone sul grande schermo una storia di partigiani, così come aveva fatto nel 98 Daniele Lucchetti con \"I piccoli maestri\". Questa volta la storia ruota unicamente intorno al protagonista. Stefano Dionisi interpreta perfettamente il ruolo dello studente Johnny che decide di lasciare gli studi, la famiglia, la sua città per unirsi ai partigiani. La sua determinazione è il punto centrale del film: \"E\' la storia di una ribellione, quella di un ragazzo ideologicamente confuso, ma che non ha paura di prendere posizione\" sottolinea il regista. \"E\' un film - aggiunge ancora - che riflette un bisogno cresciuto negli ultimi anni: la necessità di sporcarsi le mani, di ritornare alla realtà del nostro paese\". Johnny, con il suo bagaglio di convinzioni e qualche perplessità, parte per le colline delle Langhe dove si unisce ad un gruppo di partigiani guidato da un comunista. Quando il gruppo è disperso dopo un attacco tedesco, Johnny si ritrova a combattere con le formazioni azzurre, composte da militari dell\'ex esercito regio. Anche questo gruppo subisce una dura disfatta ad opera dei tedeschi. Da qui inizia una lunga fuga tra i boschi e i piccoli paesini rimasti disabitati. Le avventure del giovane si susseguono luna dopo laltra, ma la sensazione che rimane allo spettatore è quella di un realismo non troppo sentito. Non cè emozione, non cè suspance. Cè solo un giovane che deve arrivare alla fine della sua avventura, il resto è un contorno un po sbiadito. Certo non è facile ridurre un romanzo complesso come quello di Fenoglio, pieno di episodi e personaggi che sembrano impossibili da omettere. Il risultato è un film prolisso, dove Johnny diventa un personaggio a volte inafferrabile, del quale non sempre si riescono a comprendere dubbi, dilemmi e paure. Nel finale il giovane, scampato ai rischi della guerra, alla fame e al freddo, si lancia nell\'ultima azione, eroicamente. Due mesi dopo la guerra è finita.   In sintesi Più che un film storico è un film su un personaggio poco chiaro e sfuggente. Le sequenze più belle rimangono quelle legate alla fuga dei partigiani attraverso rigogliosi boschi verdi.   Il giudizio Una pennellata sbiadita di storia italiana
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