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Il Grande Match - La nostra recensione

Stallone e De Niro rispolverano le loro memorie, ma il film patisce una identita' poco definita in attesa del tanto annunciato 'scontro'.

Sly vs Bob: The Grudge Match<br>

08.01.2014 - Autore: Mattia Pasquini
Chi e' piu' forte tra Superman e Batman? E chi vincerebbe in un ipotetico scontro tra Rocky e Toro Scatenato? Domande che gli appassionati di fumetti e di cinema si son sempre fatti sembrano poter finalmente trovare la loro risposta. In questo senso il 2014 che si avvicina (e il 2015 prossimo venturo) promettono di esser davvero 'magici' visto che hanno in cantiere il "Batman vs Superman" di Zack Snyder e addirittura gia' in sala Il Grande Match di Peter Segal. Ma dopo che i precedenti film di quest'ultimo (da "Agente Smart" a "L'altra sporca ultima meta", ma soprattutto "Terapia d'urto" e "50 volte il primo bacio") erano sicuramente parsi piu' coerenti, anche nelle loro derive piu' demenziali o 'fantasiose', lo stesso non si puo' dire dello sviluppo di questo scontro epico ed epocale, purtroppo…



Sicuramente l'essere legati a due personaggi del calibro di Sylvester Stallone e Robert De Niro, e condizionati dal dover rendere omaggio a personaggi tanto iconici della loro stessa storia - come Rocky o il fu Jake La Motta, mostrati in una interessante versione 'giovane' in filmati di repertorio - non ha reso il compito facile, ma il film patisce fastidiose sconnessioni, quanto a equilibrio e tenuta, con evidenti cali dell'empatizzazione dello spettatore.

Ma il passato non ritorna. E mentre sullo schermo - attraverso i Henry "Razor" Sharp e Billy "The Kid" McDonnen di Sly e Bob - e' tanta la confusione tra il recupero forzato di una eta' d'oro e l'accettazione serena di un cambiamento inevitabile, i vuoti tra gli spunti dei singoli e il conclusivo gran finale vengono riempiti a forza di cliche' e qualche mal gestito eccesso (come nel caso di Kevin Hart, forse unico esempio tra gli attori di supporto, che con la coppia Alan Arkin e Kim Basinger - forse l'elemento migliore del film, nel suo impreziosirlo come presenza muliebre tanto quanto nel suo essere coerente con il tono da 'terza eta' consapevole' - sono uno dei punti di forza del film).



Un film che oscilla costantemente tra l'essere emotivamente credibile o meno, ma che manca della capacita' di andare oltre il ring nel suo cercare di dare una energia ai personaggi e al background. Non c'e' in fondo la volonta' di farne altro che una commedia di vecchi amici (come De Niro ormai continua a fare da Malavita a Last Vegas), ma l'intenzione pur coerente e corretta non riesce a dare corpo e centralita' a questo aspetto, finendo con il riversare tutte le aspettative sul piu' prevedibile punto di arrivo di una serie di linee narrative non egualmente convincenti.

A posteriori Il Grande Match rimane un film divertente, una autoironica rilettura del proprio mito da parte di due attori molto consapevoli del tempo che passa e delle sue conseguenze, ma nel suo svolgimento un film dalle troppe pause e dai troppi passaggi a vuoto.


Il grande match, in uscita il 9 gennaio, è distribuito dalla Warner Bros.

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