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Il folle Ben

Abbiamo incontrato il geniale autore e attore americano Ben Stiller che ha presentato in anteprima "Tropic Thunder" che uscirà in Italia il 28 ottobre

ben stiller

22.09.2008 - Autore: la redazione

I film sulla guerra del Vietnam sono stati molto importanti nella filmografia degli ultimi trenta anni. Tropic Thunder in realtà vuole individuare l’humour che caratterizza quella realtà che gli attori si trovano ad affrontare: devono combatter nemici veri con armi finte. E’ stato divertente e stimolante costruire il film nel film e ricreare le scene di battaglia. Nella seconda parte, poi, in cui si affronta la realtà vera, il film nel film vive di vita propria e diventa un film d’azione.

E’ stato fantastico lavorare con Tom. Io sono un suo fan. E’ stata una fortuna che abbia partecipato al progetto. Ha anche collaborato molto nella creazione del personaggio: per esempio il gesticolare con le mani. L’intensità della recitazione si percepisce anche nei suoi occhi.  Il ruolo che interpreta è il frutto di un processo organico, l’idea si è sviluppata e arricchita progressivamente. Io credo che gli attori non si debbano prendere troppo sul serio: l’intero cast, la troupe, hanno collaborato e contribuito a realizzare questo prodotto, valorizzandone la particolarità.  

Nel film appare come un attore “viziato”. Nella vita si concede qualche stravaganza?
    

Nel film ci sono tanti film: sono stati creati per questa occasione o si tratta di progetti già pensati in passato? Vorrebbe girarli in futuro?   
 

E’ un film graffiante. Quale umorismo lo caratterizza? Come è stato accolto Tom Cruise dal pubblico? Potrebbe essere paragonato a Katzenberg?
E’ la prima volta che qualcuno pensa a questo paragone! Per quanto riguarda l’umorismo, c’è una visione satirica e umoristica dell’ambiente di Hollywood, ma allo stesso tempo il film vuole essere vicino al pubblico affinché gli spettatori condividano con gli attori la propria esperienza di vita e comprendano le loro emozioni. Nel film ci sono scene molto divertenti, che possono essere capite e apprezzate anche senza riferimenti o alcun tipo di background. Il film non è legato ad un solo genere, ma ne contiene diversi.

     

    No, c’è stato solo qualche piccolo problema negli Stati Uniti. L’umorismo utilizzato dagli attori è rivolto solo a loro stessi. Si prendono in giro. Downey, nel film attore australiano, interpreta un afro-americano. Il centro dell’umorismo sono gli attori.

Sono stato testimone della protesta di alcune persone diversamente abili durante il red carpet. Perché la reazione in America è stata diversa rispetto all’Europa?
Credo che in Europa ci sia un senso dell’umorismo più raffinato. Il film può forse peccare di eccessivo umorismo, ma, come ho detto, è rivolto solo agli attori e non ad altre categorie.  

  In realtà credo che gli spettatori abbiano compreso il messaggio del film. Chi protestava probabilmente non lo aveva visto. Quando si realizza un film è normale che le persone reagiscano in maniera diversa, è la magia di un film, in ogni caso è giusto poterne discutere liberamente.

    Alle presidenziali sostiene Obama, ma al momento c’è molta attenzione su Sarah Palin. Come la vede e che ruolo le darebbe in un film?   

        Gabriele Muccino? Sì l’ho incontrato. Mi piace molto l’Italia. Quanto a Benigni, lo adoro sia come attore, sia come regista. Sarebbe bello collaborare con il vostro cinema.   

  Sì certo. Sono interessato a ruoli di diverso tipo, così come a generi differenti. Chissà se riceverò l’Oscar…non è facile, anche se ci si impegna.

  Per la scena di apertura abbiamo impiegato tre settimane e mezzo, l’abbiamo preparata a lungo, pensata nei dettagli, avevamo un limite temporale. Il ruolo di regista e attore è  stato complicato: bisogna far andare avanti la troupe, dare indicazioni agli attori e proseguire con la recitazione. E poi non potevo gesticolare perché avevo un problema con le mani!  
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