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Il favoloso mondo di Amelie
Il favoloso mondo di Amelie
12.04.2007 - Autore: Adele de Gennaro
Nella corsa agli Oscar l\'orgoglio nazionale ci imporrebbe di tifare per \"La stanza del figlio\" di Nanni Moretti, ma in cuor nostro saremo in molti ad incrociare le dita anche per \"Il favoloso mondo di Amelie\" di Jean-Pierre Jeunet che, dopo essere diventato un caso in Francia dove è stato visto da otto milioni di spettatori, arriva finalmente anche in Italia. Incredibilmente escluso dalla selezione di Cannes, il film di Jeunet si è presto rifatto con il premio del pubblico al Festival di Toronto , con la recente candidatura in rappresentanza della Francia all\'Oscar per il film in lingua straniera e con la fresca vittoria dell¹Oscar europeo a Berlino.
Presentato in anteprima agli Screenings d¹autunno di Chianciano, \"Il favoloso mondo di Amelie\" è un film delizioso, poetico e divertente, un inno alla fantasia e alla gioia di vivere che ha già sedotto la maggior parte dei critici americani. Un punto a vantaggio della Miramax, dunque, che non a caso ha adottato per \"Amelie\" la stessa strategia usata per \"La vita è bella\" di Benigni: dopo l\'uscita nelle sale di New York e Angeles, il film sarà distribuito nelle 20 maggiori città americane, avvantaggiandosi anche di spot televisivi. Al di là di tutto, comunque, resta il fatto che il nuovo film di Jeunet (già regista di \"Delicatesse\" e \"La citè des enfants perdu\") è un raro cocktail di grazia ed umorismo, leggero e frizzante come la protagonista, una deliziosa Audrey Tautou scelta dopo la rinuncia di Emily Watson - sorprendente nella sua somiglianza con Audrey Hepburn. Nel film che ha diviso la Francia (alcuni critici di sinistra, pensate, hanno protestato per l\'assenza di personaggi neri o gay!), si respira tutta la gioia di vivere della protagonista, una ventenne che lavora come cameriera in un bar-tabacchi di Montmartre. La storia inizia con un velocissimo excursus nell\'infanzia di Amelie, una girandola di piccoli traumi raccontati a ritmo di videoclip: come in un album di famiglia vediamo il padre e la madre, due nevrotici niente male, il vicino di casa che accusa la piccola Amelie di causare stragi e incidenti stradali (esilarante la sua vendetta quando capirà di essere stata presa in giro) e persino uno spassosissimo suicidio del pesciolino rosso della bimba. In seguito ritroviamo Amelie a 22 anni, una ragazza che,come tante, si mantiene lavorando come cameriera in un bar. Ma il destino, si sa, è fatto di piccoli segnali e sarà la scoperta casuale di una vecchia scatola impolverata a dare ad Amelie un nuovo senso alla sua vita: il suo nuovo compito sarà rendere felici gli altri. La bella brunetta fa ricorso a tutta la sua furbizia per cambiare la vita dei suoi vicini, in meglio o in peggio, e durante le due ore piacevolissime del film accade di tutto. Amelie, infatti, restituisce il sorriso alla portinaia vedova e vittima di un marito fedifrago, al vecchio che dipinge da anni sempre lo stesso quadro di Renoir, al garzone di una frutteria sfruttato dal titolare, al cliente del bar in cerca di nuove conquiste.
L\'amore però è dietro l\'angolo e, complice lo smarrimento di un album fotografico, Amelie si innamora di Nino, un ragazzo timido (Mathieu Kassovitz) che lavora in un sex-shop di Pigalle ed ha una mania singolare: colleziona le fototessera lasciate nelle macchinette automatiche delle stazioni del metrò. E sarà proprio il suo album smarrito a provocare l\'incontro tra i due, dove finalmente sarà Amelie a capitolare. Una bella favola, insomma, ma raccontata con gusto e delicatezza ed impreziosita dalla bellissima fotografia di Brun Delbonnel. Dopo una produzione hollywoodiana come \"Alien: Resurrection\", Jeunet ha ritrovato con Amelie la strada delle emozioni realizzando un film che, Oscar o no, susciterà nel pubblico un colpo di fulmine.