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IL CINEMA VISCERALE DI CRISTOPHE GANS

IL CINEMA VISCERALE DI CRISTOPHE GANS

il patto dei lupi

22.11.2001 - Autore: Adele de Gennaro
  Arriva ora nelle nostre sale Il patto dei lupi, il nuovo film di Cristophe Gans che approda in Italia distribuito in 320 copie, una cifra da far impallidire persino i blockbuster americani. In Francia, dove è uscito lo scorso gennaio incassando finora 52 miliardi, la storia della Bestia di Gevaudan ha sbancato i botteghini, ma è facile prevedere che anche da noi avrà un grande successo. Destinato senza dubbio ad un pubblico giovanile, il film interpretato tra gli altri da Vincent Cassel, Samuel Le Bihan, Monica Bellucci, Emilie Dequenne (premiata a Cannes nel 99 come migliore attrice per Rosetta) ed il campione di arti marziali Mark Dacascos - frulla in due ore e mezza storia e leggenda, arti marziali ed effetti speciali, il tutto sullonda di una dichiarata nostalgia di Gans per il cinema italiano degli anni 60 e 70.   Il mio primo legame con il grande schermo è quello della cinefilia afferma - ed il fatto di scegliere tecnici legati al cinema cinese, come il montatore David Wu, è da ricollegarsi proprio a questo. Per me è un privilegio collaborare con loro.   Ambientato nella provincia francese del 700, il film rivisita con molta libertà inventiva la storia della Bestia di Gevaudan, un mostro accusato della morte di oltre 100 persone. Detto oggi fa sorridere, ma allepoca fu un vero affare di Stato tanto da mettere in crisi i rapporti tra Francia e Inghilterra. Con Il patto dei lupi chiarisce il regista -non volevo fare un film storico, semmai di folklore, mi piaceva lidea di mantenere laspetto irrazionale.   Al di là delle stragi compiute dal mostro (al tempi identificato con un lupo), a far la parte del leone sono le vorticose scene dazione, un altra passione di Gans. Più che il vero kung-fu spiega si tratta di un mix di diverse arti marziali, ma laspetto più importante è la coreografia dei combattimenti che mi ha permesso di mostrarne anche un certo simbolismo, più legato ai manga che ai cavalieri medievali . Aggiunge Gans: Tutti questi combattimenti non sono comunque una novità, pensiamo al cinema italiano degli anni 60, ai film con Giuliano Gemma. E poi, il cinema di genere è sempre impuro da questo punto di vista..   E non si può negare che ci sia proprio di tutto, dalle ipotesi storiche sulla crisi dellaristocrazia settecentesca agli effetti speciali creati da Jim Henson, lo stesso delle tartarughe Ninja. Nessuna parentela, invece, con il film di Neil Jordan In compagnia dei lupi e, a sgombrare ogni eventuale accostamento è ancora Gans. Il film di Jordan è molto interessante sottolinea il regista- per lelaborazione psicoanalitica del mondo delle favole, ma preferisco il suo Intervista col vampiro, molto meno analitico e più poetico. Per me, invece, non è tanto importante il piano razionale, prediligo mostrare laspetto viscerale.   Il film, comunque, è ricco di citazioni e omaggi al nostro cinema, a cominciare da Sophie, laffascinante dark lady interpretata da Monica Bellucci. Una scelta non casuale, come spiega Gans. Ho amato moltissimo il cinema italiano di genere degli anni 60 dichiara - e allepoca ne ero quasi ipnotizzato. Erano film pieni di sensualità, con personaggi femminili forti: penso a Monica Vitti o a Gianna Maria Canale, la dark lady di quegli anni. Ecco, la Bellucci mi ricordava proprio quella tipologia femminile e di certo non lho scelta dopo aver visto Malena, un film che non mi è piaciuto affatto, dove la protagonista viene strumentalizzata fin dalla prima scena..